Ieri ho pubblicato su Mastodon questo articolo de Il Post:
Ci metteremo mai d’accordo sui messaggi vocali?
C’è chi li detesta e non vuole riceverli e chi li ama, chi si scusa quando ne manda uno e chi ne abusa platealmente: e un’etichetta condivisa per ora non esiste”
ed a conferma di quanto scritto, le divisioni sono state nette.
Scrive Francy: io li adoro (solo che a volte a seconda di dove sono, sono impossibilitata ad ascoltarli)
Sommergetemi di messaggi vocali, logicamente se avete cose interessanti da dire.
Replica 6AL: per fortuna non ne ricevo, ma se li ricevessi, bloccherei il numero chiamante e via. 😉
Qualcun altro ha detto che lui neanche li ascolta e li cancella a prescindere.
Un altra persona ha detto che per ascoltarli servono gli auricolari per non disturbare chi ti è accanto e non sempre è possibile.
Io ad esempio gli auricolari non li uso e quindi i vocali li ascolto quando posso farli; deve essere chiaro, a chi li manda, che li ascolto quando posso, per cui se hai urgenza di risposta, scrivimi, sennò va bene un vocale, utile anche ad esprimere un pensiero lungo da scrivere, ma che a voce può essere condensato in 1 minuto.
Per quel che mi riguarda preferisco un vocale rispetto a chi scrive 100 messaggi da 1 riga innescando una sequenza di notifiche molto fastidiose.
Che ognuno agisca come gli pare, ovviamente, tuttavia resto perplesso davanti a chiusure drastiche tipo cancellare gli audio senza ascoltarli oppure bloccare chi li manda.
Tranne casi di abuso, sempre sbagliato, in genere i vocali te li mandano persone che conosci e che in quel momento magari non possono scrivere; vedi uno (come me) che spesso a problemi alla mano/polso e fatica a scrivere, uno che ha rotto gli occhiali, ecc. .
Poi i vocali permettono di sentire le voci di persone che non vedi mai, il che e’ gradevole ed ogni riferimento alla risata squillante di mia sorella oppure alla voce da “radio” dell’Amico Francesco…non e’ casuale.
E ricordo i vocali ai tempi del Covid, della psicologa che con i vocali mi incoraggiava a tenere duro (e li mandava anche ad Erre che ascoltava quando possibile) e quelli che facevo io ai Gurini, la voce rotta dal dolore e ricordo quando Erre era all’ospedale e non poteva leggere/scrivere senza occhiali e neanche telefonare per cui ogni tanto lasciava un locale e lo stesso facevo io.
Sentire la voce di una persona cara quando stai rischiando la pelle, aiuta.
In ogni caso è più facile che sia una telefonata banale ad arrivare in un momento inopportuno, piuttosto che un vocale che puoi ascoltare con i tuoi tempi.
Infine, capita che qualche persona cara abbia bisogno di un incoraggiamento, uno stimolo, una sgridata ed allora inviare un vocale aiuta che leggere è una cosa più fredda ed impersonale rispetto a sentire una voce amica ed infatti so di Gurine che conservavano alcuni dei miei vocali e li riascoltavano alla bisogna.
Capita Quando ti senti dire che “sei meglio di una camomilla…”