Leggo su Il post che: “In Italia il patteggiamento non presuppone un’ammissione di colpa…”
Tuttavia, mi pare che la legge giochi con le parole, visto che:
“se il giudice stabilisce, sulla base degli atti, che il fatto non sussiste o che ci sono motivi per ritenere che la persona non sia colpevole, il patteggiamento viene rigettato. Il giudice può anche esprimersi sulla pena, e stabilire che non è congrua, perché non sufficiente o perché eccessiva.”
Scrivono Alberto & Fabio su Mastodon: “Ambiguità all’italiana… Se fossimo innocenti perché dovremmo patteggiare per qualcosa che non abbiamo fatto?”
Vero, anche se in ambito fiscale, ad esempio, talvolta fai prima a trovare un accordo (patteggiare, in pratica) anche se hai ragione, piuttosto che attendere un esito positivo che non e’ scontato.
Io ho sempre battagliato con Agenzia delle Entrate, proprio perche’ avevamo ragione, ma che fatica e che spreco di soldi che di certo non ti restituiscono dopo la sentenza, anzi ci mettono del loro e ti ritrovi a dover pagare ancora perche’ accettino la sentenza.
Aggiungono poi Alberto & Fabio, dopo aver letto il mio post citato: Ma è allucinante tutto ciò! E sei dalla parte della ragione! Tutto ciò fa pensare che effettivamente puoi decidere di “delinquere” e poi patteggiare che ti costa meno che ammettere quanto hai fatto e pagarne le conseguenze…
…essere considerati colpevoli, se si e’ innocenti, e’ oltremodo fastidioso, ma talvolta conviene.
Certo un reato fiscale o di basso impatto e’ cosa diversa da un omicidio, tanto per dire…