
Asmara, luglio 1937: vogliono incastrare Morosini. Una denuncia anonima, poi una perquisizione: nella sua stanza in affitto vengono trovate diecimila lire, segnate, provenienti da una presunta tangente. Due testimoni confermano, le prove contro Morosini aumentano e il suo superiore nella Polizia dell’Africa Italiana decide di sospenderlo dal servizio.
«Esiste un prezzo per l’onore? C’è un modo empirico per calcolare il valore della dignità personale, per determinare la reputazione e la nobiltà morale di un uomo? È possibile stimare con una qualsiasi unità di misura il peso dell’orgoglio e dell’amor proprio? Erano queste le domande che mi turbinavano in testa quella mattina del 25 luglio 1937, quando l’intera vita mi crollò addosso in una manciata di minuti, sgretolandosi come un vecchio edificio corroso dall’usura del tempo. E trovai anche una momentanea risposta agli interrogativi pressanti che mi opprimevano: il prezzo del mio onore era diecimila lire.»
Da un giorno all’altro, il maggiore si trova sotto indagine, senza lavoro, stipendio e casa. Deluso dalla poca fiducia dimostrata dai suoi superiori, può però contare sul sostegno dei vecchi amici, il giornalista Bonvicini, il maresciallo Barbagallo e il fedele sciumbasci Tesfaghì.
Con il loro aiuto Morosini inizia a indagare, a cercare chi gli ha teso la trappola, anche se, per la prima volta, lo deve fare in veste non ufficiale: destreggiandosi tra la ricerca delle prove della sua innocenza e il nuovo improvvisato lavoro di responsabile della sicurezza in un locale notturno, molto frequentato dalla buona società asmarina, s’imbatte in loschi traffici di cui è costretto a dipanare le trame.
Mentre il cerchio delle indagini si stringe, nuove prove emergono contro di lui, che si sente scivolare tra le mani la possibilità di salvare l’onore e dimostrare la sua innocenza..
Opinione personale: Con Il prezzo dell’onore sono arrivato alla sesta indadine del Maggiore Morosini (QUI trovi la mia opinione sui 5 libri precedenti).
Avendo vissuto una vicenda simile a quella di Morosini, anche se per un reato ancor più infamante, capisco bene il suo stato d’animo, ma a differenza sua pur essendo stato scagionato ed aver sentito la Giudice dirmi che “lei è stato vittima di una falsa denuncia da parte di XX per screditarla ed ottenere dei benefici personali”, non ho avuto il piacere di vedere XX perseguita a differenza di Morosini che ha ottenuto piena giustizia.
Mi è piaciuta la storia e l’indagine nel suo complesso, che mi ha ricordato molto quanto accaduto in Le nebbie di Massaua dove Morosini era bloccato in ospedale dalla malaria; anche in quel caso aveva diretto le indagini, seppur in via ufficiale, affidandosi al Maresciallo Barbagallo ed a Tesfaghì. Questa volta il dover agire senza dare nell’occhio, essendo stato sospeso dagli incarichi nella PAI, va da sè che cpmplica tutto.
Non mi dilungo sulla trama, perchè è da scoprire strada facendo, tuttavia la lettura è stata estremamente piacevole ed una volta di più nella mia classifica personale guadagna un Ottimo (5* sul Kobo).