«Arrivano a torso nudo senza maglione e chiedono prosciutto e melone e doccia calda», le richieste assurde dei turisti in montagna.
Scarpe inadatte, abbigliamento leggero, nessuna protezione contro freddo e pioggia.
«Segui le suggestioni dei social e pensi sia solo una passeggiata al fresco — osserva Dario Nisoli, presidente del Cai —. Ma basta una storta o un temporale e i problemi iniziano. Molti chiedono aiuto e non sanno nemmeno dove si trovano»”
(letto su Open)
Quello che mi “lascia lì” è il fatto che sempre più spesso si leggono articoli di questo tipo e quale risposta aumentano sempre più gli sprovveduti che si cacciano nei guai e poi fanno pure gli arroganti, senza neanche pensare un attimo di mettersi in discussione.
Senza contare che “costringono” altri a prendersi dei rischi per aiutarli; rischiare la vita, magari, o impegnare mezzi per soccorrere gente in reale difficoltà è diverso dal farlo per salvare degli idioti.