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Esodo-beffa dal palazzo all’amianto

Nota di Pao: C’è da dire una cosa. D’accordo che l’opposizione faccia sempre la guerra alla maggioranza (uno schieramento vale l’altro) tuttavia una cosa è avere l’amianto in casa, di fatto, un altro è avere un tetto in eternit davanti alle case. L’importante è che non sia materiale sgretolato e che semini fibre in atmosfera. Sicuramente non è piacevole, ma fate un giro per Milano e vedrete quanti tetti e tettoie ci sono in eternit. E’ necessaria la bonifica, sicuramente, ma in questi mesi l?Asl sta facendo il censimento dei siti con rivestimenti in amianto. Chi cercherà di non denunciare il fatto di avere una tettoia in eternit, passerà qualche guaio. Altri, come abbiamo fatto noi in azienda riceverà la spinta definitiva per sostituirlo, mediante aziende autorizzate. Capiamoci, sono momenti bui per molti e spendere 3000 € per smaltire 25 mq di tettoia e relativa sostituzione, non è facile.

La notizia: Via dall’amianto, dopo anni di proteste, denunce, allarmi. Dalle «case bianche» di via Fel­trinelli, periferia Est della città, a via dei Missaglia, altro quar­tiere, altra periferia — questa volta siamo a Sud —, nella via appena intitolata a Fabrizio De Andrè. Dall’amianto all’amian­to. Pericoloso, molto pericolo­so il primo. Innocuo, almeno stando ai referti degli uffici co­munali, il secondo.

Una storia collettiva. Sessan­tatré famiglie che faranno le va­ligie per permettere la bonifica del loro vecchio quartiere. I la­vori partiranno a settembre e dureranno un paio d’anni. Nel frattempo staranno tutti o qua­si nelle nuove case messe a di­sposizione dal Comune. Nuo­ve, pulite, ben più che dignito­se. Quasi belle, le due torri ap­pena costruite da Mm. Con giardinetto condominale, bal­coni, box auto e asili per i bam­bini.

C’è un però. Davanti, dal­­l’altra parte della strada, a non più di venti metri, c’è un cam­po da bocce. Il tetto è pieno di eternit. Amianto, anche qui. Una persecuzione. L’assesso­re alla Casa Gianni Verga assi­cura però che non esiste alcun tipo di pericolo. La prova arri­va anche da una prima relazio­ne fatta da una società specia­lizzata. Confermata la «presen­za di fibre libere di amianto ae­rodisperse negli ambienti», ma tutto «nel rispetto dei limi­ti ». «In ogni caso — ribadisce Verga — abbiamo già chiesto l’intervento della Asl per ul­teriori verifiche».

«Una situazione pa­radossale », attacca pe­rò la consigliera pd, Carmela Rozza: «Le fa­miglie di via Feltrinelli traslocano dall’amianto all’amianto, che è a un ti­ro di schioppo dal giardi­no davanti a uno degli asili che apriranno». Quel­le di via Feltrinelli sono co­munque «case realizzate a tempo di record, con 50 operai al giorno al lavoro», sottolinea l’assessore ai La­vori Pubblici, Bruno Simini.

Soddisfatti a metà i futuri in­quilini della case di via De An­dré: la via è ancora chiusa e manca qualche parcheggio. E l’amianto? «Un po’ preoccupati lo siamo, niente però rispetto a prima». Sessantatré famiglie, si diceva. Una buona parte di quelle che stavano nelle «caset­te bianche». Gli abusivi erano e saranno tanti. Quasi tutti en­treranno nelle nuove case che il Comune ha messo a disposi­zione. La maggioranza in via De Andrè, le altre sparse in al­tri quartieri, altre periferie.

«Una sanatoria di fatto», accu­sa ancora la Rozza. L’assessore Verga allarga le braccia: «La stragrande maggioranza dei ca­si rientra in quelli previsti dal­la legge regionale. Si tratta di persone in stato di necessità. Per loro la normativa prevede che abbiano il diritto a una si­stemazione sicura». Una deci­na di casi sono sub iudice: sarà il prefetto a decidere se gli abu­sivi potranno trasferirsi nei nuovi appartamenti vista boc­ciodromo.

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Questa voce è stata pubblicata il 14 Maggio 2009 da in Ambiente & Ecologia, Consumatori & Utenti con tag , , .