Articolo in aggiornamento continuo
L’incipit. Il dizionario lo definisce come la frase con cui inizia un libro. Vero. Ma è anche la frase che ci innamorare di un libro.
E’ la prima riga, quella che ci fa conoscere lo stile con cui scrive l’autore, che ci descrive un luogo, un’emozione, un sentimento.
Che ci fa decidere per l’acquisto e che spesso ricorderemo nel tempo e la citeremo, a memoria, tramandando talvolta ad altri la curiosità di sfogliare in prima persona quel libro.
Oggi ho ricevuto Il libraio ed allegato c’era un minicatalogo della Garzanti; ogni pagina riporta l’incipit di un libro.
Ho gradito ed ho perciò deciso di replicare sul Blog, copiando le prime righe dei libri che mi piacciono.
Se qualcuno vuole lasciare nei commenti l’incipit dei libri che ama, la trascriverò poi nel post. Buona lettura…
Chiaro, scuro, luce, buio, chiaro, scuro, luce, buio. Nel finestrino del treno si alternavano veloci fotogrammi di massiciate cotte dal sole, il nero delle gallerie, prati deserti, il nero delle gallerie, il profilo di una montagnaa ancora il nero delle gallerie. – Massimo Cassani: Pioggia battente
A contatto con l’asfalto rovente l’aria sembra diventare liquida. – Bruno Morchio: Con la morte non si tratta
L’odore dell’incendio si sentiva fin lì. Beakman e Trenchard erano lontani un chilometro e mezzo, ma il vento del deserto portava con sè la promessa dell’inferno. – Robert Crais: Attraverso il fuoco
Era un’altra notte di passione. Una di quelle notti che a Genova vengono sul finire di agosto, schiacciate da una calura viscida e spugnosa di umidità. – Bruno Morchio: La creuza degli ulivi
Questa è la storia di un uomo chiamato Eddie e comincia dalla fine, con Eddie che muore sotto il sole. – Mitch Albom: Le cinque persone che incontri in cielo
Quando cominci a ciondolarti sulle gambe, quando ti accendi un’altra sigaretta per far passare altri cinque minuti anche se hai la gola impastata da credere di aver mangiato un copertone, così anche gli altri se ne accendono una e si sta lì ancora un pò, insomma quando è così è veramente di andare a letto. – Marco Malvaldi: La briscola in cinque
Fu verso le cinco e mezza del matino che non ce la fici cchiù a ristarisinni corcato coll’occhi sbarracati taliare il soffitto. – Andrea Camilleri: La danza del gabbiano
Una pistola in bocca è una pistola in bocca. E’ un fatto, non un concetto. C’è poco da dire con una pistola in bocca. Sa di freddo, sa di inverno, sa di inferno. – Massimo Cassani: Sottotraccia
Lo scambio termico fra l’imboccatura metallica della pistola e la tempia sudata di Lanza aveva ormai raggiunto, per il noto principio termodinamico, un punto di equilibrio tale da permettere al malcapitato di evitare pensieri oziosi sull’argomento, offrendogli così l’opportunità di concentrarsi con più rigore sull’imminente stato entropico che avrebbe raggiunto da lì a poco. – Gianni Biondillo: Con la morte nel cuore
Sono sicuro, nel sonno, di svegliarmi in una casa in riva al mare, dove ho trascorso tutta la notte con la donna che amo, vivendo con lei momenti di assoluta felicità. – Fabio Volo: Il giorno in più
Il mio nome non ha importanza, potrei chiamarmi Luca, Paolo o Francesco. Sono io, ma potrei essere chiunque, uno qualsiasi dei ragazzi che ho visto morire in questi mesi. – Paul Erwin: Il mio nome
Dunque, da principio sorride. E’ un sorriso discreto, quasi impercettibile, di quelli che talora si formano sul viso senza che lo si decida, che appaiono senza che lo si voglia, e non sembrano legati a niente in particolare, e non è detto che si possano spiegare. – Philippe Besson: E le altre sere verrai?
Senza che il mondo ne sapesse nulla, quel mercoledì si compì il destino di Juan Narciso Ucanan. – Frank Schatzing: Il quinto giorno
Tizio stava ascoltando un disco di musica tribale che, aveva scoperto, era la stessa che suonavano in quel bel locale dove era andato recentemente; si era messo nella sua posizione preferita, di traverso sulla poltrona con le gambe allungate verso la libreria, immerso nell’oscurità. – Paul Erwin: L’ultima pallottola
Appena la nebbia del primo mattino iniziò a diradare, si accorsero di essere osservati. La mandria di tracodonti stava pascolando sulla spiaggia dalle prime luci dell’alba. Steve Alten: Meg.
…le Breton, le Breton…, non fu lui a dire che una storia ben ordinata dovrebbe cominciare con la nascita del protagonista? – Santo Piazzese: I delitti di via Medina-Sidonia
Il sibilo parte piano, come il respiro di una donna nei fumi del sonno. Uno di quei respiri che di prima mattina scivolano sul cuscino con un mugolio di piacere. E’ un soffio lento, che cresce poco a poco. – Bruno Morchio: Maccaia
Poteva sembrare l’inizio di un libro di avventure, tuttavia era veramente una notte buia e tempestosa; la città era affacciata sul mare ed il temporale, con i suoi lampi, illuminava a giorno, anche se per pochi istanti, i grossi palazzi deserti. – Paul Erwin: Una brutta notte
Siamo a riposo, nove chilometri dietro il fronte. Ci hanno dato il cambio ieri; oggi abbiamo la pancia piena di fagioli bianchi con carne di manzo e siamo sazi e soddisfatti. – Eriq Maria Remarque: Niente di nuovo sul fronte occidentale.
Ansima e pensa alla calza di lana. L’ha rammendata in fretta e adesso che spinge il pedale della pesante Legnano e arranca per lo sterrato di Sant’Alberto il rattoppo le tormenta la pianta del piede. – Bruno Morchio: Rossoamaro
Un tuono, improvviso nella notte. Solo un attimo di silenzio prima che le civette ricomincino il loro lugubre canto notturno. La pioggia inizia a picchiettare sulle finestre debolmente illuminate della casa. La luce tremolante delle candele unita al rumore dei tuoni rende spettrale l’atmosfera. Annette è sola nella casa. – Paul Erwin: Senza motivo
Comandati fuori a sinistra! gridò il maresciallo capo Schulz, che tutti chiamavano semplicemente Spiedo (capo). – Hans Helmut Kirst – 08/15 La rivolta del caporale Asch
Come una vecchia sciarpa mangiata dalle tarme, la nebbia rosa pallido, avvolgendo le cime delle vecchie Grigne, nasconde e non nasconde i picchi e le rocce. – Piero Colaprico e Pietro Valpreda: Quattro gocce d’acqua piovana
Chicago – sono le ore 18.45 di un venerdì come tanti. E’ appena finito un violento temporale e le luci della città si riflettono sulle strade trafficate. Jack sta camminando a passo veloce, l’impermeabile svolazzante, con la mano sinistra tiene la borsa di un noto negozio di abbigliamento femminile; nella borsa, un pacchetto confezionato con carta da regalo e sul viso un’espressione felice, quando improvvisamente viene urtato con violenza da un uomo. – Paul Erwin: Una sera come tante
Don Giovanni dè Medici, il comandante in capo della flotta granducale, era rimasto sul ponte tutta la notte. Vigile. Il giorno prima era calata la nebbia. Un fenomeno di stagione frequente nella zona, ma insidioso – Patrizia Debicke Van der Noot: L’oro dei Medici
Il desiderio di Luca Campelli di morire circondato dai suoi libri si realizzò una tarda sera di ottobre. – Mikkel Birkegaard: I libri di Luca
Scendeva la sera quando i barbari giunsero alla mia porta con le asce in pugno. Il sole stava tramontando dietro i bastioni occidentali, tingendo di rame il cielo e tutto ciò che vi stava sotto. – Tom Harper: Mosaico d’ombre
Sto camminando nei pressi dell’università, è una serata piovosa, il cielo è buio, sono quasi le undici di sera; le macchine sfrecciano veloci sul viale alberato, nessuno mi vede, nessuno mi guarda. Non uso mai l’ombrello, lo detesto. La pioggia si fa insistente e decido di fermarmi sotto un balcone. La luce gialla dei lampioni getta ombre sulla via. Ci sono anch’io. Un’ombra fra le ombre. – Paul Erwin: Ti sto guardando
Un diluvio così Mary Lester non lo vedeva da un pezzo. I caratteri luminosi del cruscotto proiettavano una luce verde nell’abitacolo della Twingo e l’orologio segnava mezzogiorno; eppure era buio come al crepuscolo. – Jean Failler: Morte del piccolo giudice
Questa volta erano tre i quarti d’ora di ritardo.Battuto ogni record. Per ora, beninteso. Poteva fare di meglio, ne aveva il talento, d’altronde. Arrivò tutto sudato, di corsa, basso a reacolla. Nel cortile Tonino respirava. – Gianni Biondillo: Il giovane sbirro
Se la giovane guardia del corpo talebana avesse saputo che quella chiamata con il cellulare lo avrebbe ucciso, non l’avrebbe mai fatta. Ma non lo sapeva, così la fece e morì. – Frederick Forsyth: L’afghano
Il temporale scoppiò violento ed improvviso. I bagliori bianchi dei lampi annunciavano esplosioni irose. Un istante più tardi, la pioggia cominciò a cadere in gocce pesanti e ghiacciate. – Peter Tremayne: L’abbazia degli innocenti.
Solo i più sensibili agli alti e bassi del traffico cittadino tra i vecchi residenti di New Dheli avrebbero percepito che l’ora di punta aveva superato il culmine ed era ormai in fase discendente. – Robin Cook: Corpo estraneo
Un importante contributo di Francesco, con gli incipit dei libri che più ama:
Una sera me ne stavo a sedere sul letto della mia stanza d’albergo, a Bunker Hill, nel cuore di Los Angeles. Era un momento importante della mia vita; dovevo prendere una decisione nei confronti dell’albergo. O pagavo o me ne andavo: così diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato sotto la porta. Era un bel problema, degno della massima attenzione. Lo risolsi spegnendo la luce e andandomene a letto. – John Fante: Chiedi alla polvere
Erano giovani, freschi di studi e tutti e due ancora vergini in quella loro prima notte di nozze… – Ian McEwan: Chesil beach
«Ti ho fatto male?».
«No».
«Ce l’hai con me?».
«No».
Era vero. In quel momento tutto era vero, perché viveva ogni cosa come veniva, senza chiedersi niente, senza cercare di capire, senza neppure sospettare che un giorno ci sarebbe stato qualcosa da capire. – Georges Simenon: La camera azzurra
Già i altri tempi si diceva collina come avremmo detto il mare o la boscaglia. Ci tornavo la sera, dalla città che si oscurava, e per me non era un luogo tra gli altri, ma un aspetto delle cose, un modo di vivere. – Cesare Pavese: La casa in collina
Sulla tavola della cucina c’era una bottiglietta di linimento che suo padre si dava ogni sera tornando su dalla bottega, un piatto sporco d’olio, la scodella del sale… Ettore passò a guardare sua madre. – Beppe Fenoglio: La paga del sabato
Lavorare al reparto guanti di Neiman’s significa vendere una merce che ormai non compra più nessuno. – Steve Martin: Shopgirl
“E questo Peter Landwei, ero io.”
Girò il rullo della Underwood nera finché comparve l’ultima frase, si accese una sigaretta e lesse la pagina. – Martin Suter: Lila, Lila,
«Una frase? Vuol dirmi che lei cerca una frase?» – Silvio Mignano: Una lezione sull’amore
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Una curiosità per chi ama leggere e ama ascoltare la radio: Tiffany, in onda su RadioDue dal lunedì al venerdì dalle 6.00 alle 7.30 è strettamente legata ai libri, ma non solo. Condotta dallo scrittore Luca Bianchini e dall’affascinante astro-psicologa Maria Vittoria (MaVi) Scartozzi questa divertente trasmissione radiofonica comincia, prima ancora dei saluti di rito, sempre con la lettura, da parte di Luca Bianchini, dell’incipit di un romanzo: un romanzo diverso ogni giorno, un incipit diverso ogni volta per iniziare e dare il la alla giornata. sul portale della trasmissione è possibile segnalare un incipit che verrà letto la mattina se scelto. Non la trovate una bella idea?