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Shai Agassi: la Cina è il punto critico delle auto elettriche

Alcuni giorni fa ho letto in maniera approfondita dell’approccio rivoluzionario di Agassi per quanto riguarda le auto elettriche e che è descritto anche in questo articolo di Wired.

L’idea di sostituire in tempi rapidissimi l’intero pacco delle batterie anzichè ricaricarle è senz’altro innovativa, tuttavia ho qualche perplessità.

Il sistema funziona solo se la rete di stazioni di “ricarica” è capillare ed efficiente. Ma in paesi ad alto tasso di burocrazia e “corporazioni” che bloccano le innovazioni (ogni accenno all’Italia è voluto), dove sono anni che si parla di sistemare la rete di distributori di carburante e siamo sempre nella stessa situazione, mi aspetto che dopo una partenza a spron battuto, possano esserci poi le battute d’aresto di cui siamo maestri che di fatto rendano il tutto un’altra delle ns. incompiute “cattedrali nel deserto”.

Quindi come cittadino del mondo, plaudo all’idea innovativa, ma come italiano sono molto scettico.

Detto questo mi chiedo però se, non sia più comodo per il quotidiano, una serie di colonnine di ricarica sparse sul territorio, in parcheggi dedicati. Il plug-in è il massimo della libertà per l’automobilista.

Ti fermi, attacchi la spina, vai al lavoro, torni e l’auto è carica. Spesa minore, maggior capillarità.

L’idea di sostituire il pacco di batterie invece che ricaricarlo, se l’operazione può essere gestita in maniera veloce e facile, forse è più adatta per aziende di trasporti, di servizi. Ad esempio leggevo tempo fa che l’Amsa (raccolta rifiuti) di Milano dopo aver convertito moltissimi mezzi a metano, ha realizzato che era più conveniente avere un loro distributore di metano piuttosto che appoggiarsi a strutture esterne.

Circa le auto cinesi a batteria, so che in Cina, forse proprio la Byd, sta lavorando su batterie ferrose anzichè al litio, come stanno invece facendo tutti gli altri produttori europei e statunitensi, perchè secondo loro in presenza di alte temperature (ad esempio in un incidente), il rischio di esplosione è molto alto.

Il problema legato alle temperature delle batterie al litio esiste, ma nello stesso tempo molte case europee (francesi se non erro), stanno facendo accordi commerciali sia con i produttori di tali batterie e con la Bolivia che è il maggior produttore di litio.

Sarebbe un bel flop se una volta iniziata la produzione di massa di queste batterie, ci fosse poi il problema legato al rischio di esplosione delle stesse, rischio che ovviamente non è accettabile.

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Un articolo di Shelley Dubois – Fonte: http://www.wired.it

 

Shai Agassi si è inventato l’adattamento da ventunesimo secolo dello storico motto della General Motors: “ciò che è bene per la Cina è bene per il resto del mondo”.

Agassi, Direttore esecutivo di Better Place, ha raccontato lunedì (15 giugno ndr) alla prima conferenza business di Wired, Disruptive by Design che la Cina sta per introdurre le macchine elettriche.  E quando questo avverrà, avrà un impatto maggiore di quello che il ministro dell’istruzione ha sui testi scolastici.

“Una volta che comincia, la Cina non hai più scelta” ha osservato alla conferenza Agassi dialogando con lo scrittore di Wired David Roth.

La compagnia cinese BYD sta a vecoli elettrici e ibridi plug-in, e ha stretto un accordo con la VW per sviluppare delle speciali batterie. Inoltre Hafei Automotive sta costruendo le macchine elettriche che saranno presto sulle strade della California, secondo la start-up californiana Coda Automotive.

Ma Agassi non vende macchine, solo infrastrutture. Praticamente un mese fa ha presentato a Tokyo un sistema di  battery swap system, da 500mila dollari che secondo lui può rimpiazzare una batteria esaurita e rimmettere il conducente sulla strada in meno del tempo necessario a riempire il serbatorio di benzina, e così rendendo possibili i viaggi a lunga distanza su in EV. IL sistema di battery swap station è stato lanciato con l’aiuto del governo giapponese, che sta lavorando per rendere gli EV e gli ibridi plug in una possibilità concreta.

“Abbiamo fatto una pazzia raccogliendo un sacco di capitali per poter mettere in piedi il network prima che esistesse il prodotto”, ha raccontato Agassi al Disruptive by Design, aggiungendo che per aiutare i paesi a disintossicarsi dal petrolio è necessario essere un passo avanti sul mercato.

Anche “Better Place” sta collaborando con il governo danese per creare delle stazioni di ricarica delle batterie ad energia eolica. Inoltre la compagnia sta costruendo una griglia solare per alimentare le macchine elettriche che invaderanno le strade di Israele, aiutando il paese a raggiungere il suo obiettivo di libertà dal petrolio entro il 2020.

Agassi sostiene che lo sviluppo di questo tipo di network “onnipresente” sarà più convincente per convertire la gente alle macchine elettriche. “Il nostro obiettivo non è fondare una compagnia automobilistica”, spiega Agassi, “ma mettere fine all’utilità del petrolio”. Le compagnie di macchine esistono già, “e la prossima macchina 2.0 arriverà da loro”.

“Better Place” fornisce anche un modello per rimpiazzare le stazioni di benzina con stazioni per ricaricare le batterie alimentate da forme di energia sostenibili. Energia pulita significa anche una coscienza più pulita per i clienti, questo per Agassi sarà fondamentale per guidare il mercato.

“Se dai ai consumatori la possibilità di diventare una persona migliore ad un prezzo più basso, loro la prenderanno”.

Così la Cina si è proposta di diventare leader nel campo delle macchine elettriche.

E quindi cos’è che non fa dormire Agassi? “Il fatto che il problema giusto possa esser risolto in tempi sbagliati”, dice che questo gli dà l’ansia (ma non paura) di non riuscire a mettere tutto in moto abbastanza in fretta. Ma per quanto riguarda il modello che potrà esser fornito da Better Place, “la gente è dalla nostra parte”.

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