Nota di Pao: Vista la mia guerra interminabile contro le buche milanesi o, meglio, contro chi non è capace di chiuderne una, (vedi: https://paoblog.wordpress.com/2009/06/17/una-buca-milanese/ ) figuratevi quando sono centinaia, ecco che cade a fagiolo questo articolo di Maurizio Caprino.
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Il problema non è nuovo, ma quest’anno si nota di più: con i nubifragi, la neve e il ghiaccio che abbiamo avuto fin quasi a un mese fa, l’asfalto delle strade italiane ha più buche del solito. Ho visto che si salva giusto qualche città dove si è votato (i sindaci uscenti hanno fatto campagna elettorale anche ripavimentando il più possibile) e qualche statale che era arrivata tanto vicina a essere un colabrodo che non si è potuto non fare almeno qualche rattoppo (è il caso della Jonica nel Cosentino). Rattoppi o no, punto è che il tempo non è stato inclemente solo in Italia, ma le buche peggiori si vedono proprio da noi. Perché?
Anche questo è stato scritto più volte: sono i meccanismi perversi degli appalti. Ce lo ricorda questa vicenda giudiziaria maturata ieri a Firenze (Scarica Firenze business delle buche stradali 23 rinvii a giudizio per associazione a delinquere turbativa dasta e truffa)