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Quale auto scegliere per inquinare meno

Premessa di Pao: E’ ovvio che il modo migliore per non inquinare sarebbe quello di non usare l’auto; ma checcè se ne dica, ora come ora la cosa non è fattibile, soprattutto per chi abita in zone non servite da mezzi alternativi e/o che le distanze da coprire non permettano l’uso della bicicletta.

Detto questo, è anche vero che dovendo usare un’automobile, meglio sarebbe scegliere il giusto modello, calibrato alle nostre esigenze e che abbia un ridotto impatto ambientale. Vediamo pubblicità di auto a 7 posti occupate, quando va bene da 2 o 3 persone. In città girano Suv e SW da 5 metri, che consumano (e quindi inquinano) in maniera proporzionata, ma con a bordo il solo guidatore.

Cerchiamo quindi di scegliere al meglio…

°°°

Ci sono utilitarie o berline dai consumi molto bassi (attorno ai 4/5 litri ogni 100 chilometri) e auto sportive o “fuoristrada” di lusso (Sport Utility Vehicle, SUV) che sembrano possedute da petrolieri (persino 12 o più litri per 100 chilometri!): il famoso Porsche Cayenne, il fuoristrada di lusso da 4.500 cc, viaggia in città a 22 litri di benzina per 100 Km ed emette oltre 350 grammi di CO2 a Km. L’Europa ha pensato che per orientare il mercato dell’auto verso modelli parsimoniosi e poco inquinanti fosse sufficiente un’azione di informazione simile a quella adottata per gli elettrodomestici. Anzi un’azione ancora più blanda: non l’etichetta energetica con le fasce colorate, ma almeno la dichiarazione obbligatoria delle emissioni di CO2.
In Svizzera e da poco in Francia c’è già l’etichetta energetica sull’auto presso il concessionario. L’arrogante industria automobilistica è riuscita, in gran parte d’Europa e segnatamente in Italia, ad ignorare l’obbligo anche dell’etichetta CO2!

Anche il governo è inadempiente: avrebbe dovuto divulgare la lista delle auto con i relativi consumi ed emissioni. Invece si è limitato a pubblicare sul sito web del Ministero delle Attività Produttive un libretto di 160 pagine con le emissioni di CO2 di 500 modelli di veicoli, incompleto e non aggiornato. Anche per questa ragione Legambiente, in accordo con l’Associazione Traffico e Ambiente Svizzera, ha deciso di elaborare la classifica ambientale delle auto meno inquinanti in vendita sul mercato italiano.

Emissioni CO2. A vincere la gara dei bassi consumi e delle basse emissioni di gas serra sono le piccole city car delle marche europee e asiatiche (in testa la nuova mini iQ di casa Toyota) e le auto ibride elettrico – benzina (Honda Insight, Honda Civic e Toyota Prius), più qualche modello di piccola auto a metano. Vero è che la crisi e l’instabilità dei prezzi dei combustibili hanno portato novità importanti. In un anno in tutto i modelli di autoveicoli al di sotto della soglia dei 120 grammi di CO2 a Km sono raddoppiati, da una quarantina a circa 80.
Al di sotto dei 140 grammi di CO2 a Km, la soglia che la Commissione Europea aveva chiesto quest’anno all’industria automobilistica, il panorama si affolla e oltre a quasi tutte le auto piccole si trovano anche numerosi modelli di classe media, a cominciare da quelli che compongono le top ten della classifica delle auto meno inquinanti elaborata da Legambiente in collaborazione con Ata Svizzera. In tabella abbiamo riassunto la testa della classifica (per la graduatoria generale vai alla sezione EcoTopTen).

Tabella: top-ten della classifica delle auto meno inquinanti presenti sul mercato italiano (marzo 2009)

POS. MARCA
MODELLO
CC
CV
COMBUSTIBILE
CO2
1 Toyota iQ 1.0 996 68 benzina 99
2 Honda Insight Hybrid 1339 88 benzina 101
3 Toyota Prius 1.5 Hybrid 1497 113 benzina 104
4 Honda Civic 1.3 Hybrid 1339 115 benzina 109
5 Peugeot 107 1.0 998 68 benzina 106
5 Citroen C1 1.0 998 68 benzina 106
5 Toyota Aygo 1.0 VVT-i 998 68 benzina 106
8 Smart fortwo coupé / cabrio mhd 999 61 benzina 104
9 Daihatsu Cuore 1.0 998 69 benzina 104
10 Daihatsu Sirion 1.0 998 69 benzina 118
Gas nocivi. Attenzione anche ai combustibili e alle emissioni inquinanti. Tutte le auto di nuova immatricolazione sono ormai “Euro 4” (le meno inquinanti, almeno sino a quando non arriveranno le Euro 5, già annunciate per il 2009), ma si è scoperto che non basta questo limite per ridurre l’inquinamento da polveri sottili (PM10) prodotto dai veicoli diesel.
Ma allora il diesel conviene ancora? I motori diesel garantiscono in genere minori consumi (circa 10% in meno), ma spesso decisamente più contenuti di quanto si pensa. Il gasolio ha una densità più alta della benzina e quindi il consumo misurato in litri al chilometro può trarre in inganno: la misura delle emissioni di anidride carbonica, CO2, fornisce una indicazione più precisa. I motori diesel in compenso producono una quantità decisamente maggiore di inquinanti e in particolare di particolato fine (PM 10) e di ossidi d’azoto.
In molte città italiane più della metà delle polveri sottili proviene dai motori diesel. Se avete intenzione di acquistarne uno, scegliete assolutamente quelli già dotati di “trappole” o filtri contro il particolato (detti in genere FAP, dal brevetto di una nota casa automobilistica francese). Alcune città e intere regioni italiane bloccano la circolazione per auto e camion che non ne sono dotati. Ed è probabile che leggi regionali o ordinanze di sindaci obblighino nei prossimi mesi l’adozione di filtri anche sulle auto già circolanti. Il metano (e in misura minore il GPL) costa la metà della benzina, ma purtroppo ha una rete di distributori molto carente in alcune regioni.
Mentre per le auto a gas nuove, progettate cioè per andare a metano, è dimostrato il minore inquinamento (quasi assenza di particolato, 20% in meno di emissioni di CO2). Molto promettenti infine, ma ancora costose, le auto ibride (motore termico ed elettrico): modelli di punta sono quelli proposti dalla Toyota e dalla Honda, entrambe con nuove versioni 2009. Trattandosi di auto grosse e molto brillanti, hanno rendimenti ed emissioni molto contenuti nella categoria, ma sostanzialmente analoghi a quelli delle più parsimoniose utilitarie a gasolio e benzina.

E i biocombustibili? Sono un’ottima soluzione per ridurre le emissioni di gas che provocano cambiamenti climatici (in particolare anidride carbonica), ma sono solo un po’ meno inquinanti rispetto ai combustibili tradizionali. Nei paesi stranieri, i biocombustibili fino all’anno scorso sono stati incentivati molto più che in Italia.

Ma è vero che si può aggiungere olio di colza, comprato nei supermercati, direttamente nel serbatoio? Ebbene sì, è vero. D’altronde un secolo fa i motori andavano a olio vegetale e alcol. Su quasi tutti i modelli di auto diesel si può tranquillamente aggiungere un 10% circa di olio di colza al pieno di gasolio, così come per le auto a benzina una percentuale analoga di etanolo (alcol etilico). Il problema è che si è in aperta violazione delle leggi sulle accise dei combustibili e che l’aggiunta manuale di biocombustibili non è proprio di grande comodità.
(Nota di Pao: qui contraddico chi ha scritto quest’articolo. L’olio di colza bruicia in maniera diversa dal combustibile per cui è stato progettato e costruito il motore per cui, si, l’auto va egualmente, ma inquina molto di più e non essendo rpesenti nell’olio di colza gli additivi che servono a tenere pulito il motore, aumentano sia la fumosità che le incrostazioni e sulla distanza il motore si rompe. Semplicemente)
Attenzione poi ai costi ambientali complessivi dei biocarburanti, talmente alti da rendere poco conveniente, anche dal punto di vista ambientale, la sostituzione con i combustibili fossili. La trasformazione industriale delle biomasse in carburante richiede lavorazioni talvolta onerose dal punto di vista energetico, così come la stessa produzione, in taluni casi a discapito di quelle alimentari.
Molto diversa è la produzione di alcuni biocombustibili da scarti agricoli. Di grande interesse è la diffusione in Svizzera del metano di origine biologica per l’autotrazione. Derivato dalla fermentazione in assenza di ossigeno (serbatoi stagni) di materiale organico vegetale o dalle deiezioni degli animali d’allevamento, il “biogas” è composto in prevalenza da metano impiegabile direttamente per l’alimentazione dei serbatoi dei veicoli, una volta depurato da gas inerti e inquinanti. Nella confederazione elvetica gli automobilisti possono scegliere tra il “gas naturale” (con il 25% di biometano) e il Kompostgas (50% biometano).
Cosa fare  Su
  • Per chi deve acquistare un’auto nuova, non andate mai al di sopra dei 140 grammi di CO2 al Km.
  • Acquistare un’auto nuova a metano: pochi vantaggi per i consumi di energia, ma notevole per l’inquinamento e per il portafoglio. Costo indicativo: 2.000 euro in più dell’analogo modello a benzina.
  • Sia diesel che benzina, valutare attentamente costi di gestione e consumi di carburante. Se diesel, ricordate che il filtro antiparticolato sarà prescritto per legge.
  • Auto ibride (benzina + elettriche). Sono fantastiche sia per i bassi consumi che per il basso inquinamento. Ma non c’è verso di spendere meno di 25.000 euro.
INTERVENTO TEMPO
COSTO VANTAGGIO
1) Acquista auto con emissioni
sotto i 120/140  grammi di CO2/km
* *
2) Auto a metano * * *
3) Attenzione ai consumi
(se diesel, col filtro)
* *
4) Auto ibride elettriche *
Agevolazioni e contributi  Su
  • Bonus di 1500 euro per chi rottama un’auto vecchia (Euro 0, 1 o 2) immatricolata prima del 31 dicembre 1999 e acquista una vettura Euro4 o Euro5 con emissioni massime di 140 grammi di CO2 al Km per le versioni a benzina e di 130 grammi di CO2 al km per i diesel.
  • Nel caso dell’acquisto di auto ecologiche (con doppia alimentazione benzina-elettricità o benzina-metano), l’incentivo è di 1500 euro ma sale a 3500 euro per le macchine con emissioni inferiori a 120 g/km ed è cumulabile a quello per la rottamazione.
    Il contributo statale per le vetture benzina-Gpl è invece di 2.000 euro se non si superano i 120 g/km di CO2 e di 1.500 per le vetture con emissioni superiori.
  • Sono previsti, inoltre, contributi per chi vuole trasformare la propria auto a benzina verso alimentazioni a basso impatto ambientale. Nel caso dell’impianto a Gpl il contributo è di 500 euro, mentre per il metano è di 650 euro.
  • Attenzione ad ulteriori agevolazioni da parte di singoli Comuni, Province o Regioni (vedi in proposito www.ecomobile.it).

Per saperne di più  Su
  • www.ecomobiliste.ch, per la classifica aggiornata delle migliori auto e furgoni presenti sul mercato svizzero;
  • www.ata.ch, per ordinare il CD con il database completo (anche in italiano) di tutti i modelli di auto e furgoni in vendita in Svizzera, con le caratteristiche prestazionali e ambientali;

Fonte: http://www.viviconstile.org

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 8 luglio 2009 da in Ambiente & Ecologia, Il mondo dell'automobile (e non solo) con tag , , , , , .