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Le bufale sul Tutor: capiamo come funziona

Nota di Pao: Ecco un articolo molto interessante che smentisce le bufale (spesso di comodo, secondo me) relative al Tutor ed al suo funzionamento e, di conseguenza sulle multe che poi si prendono. Resta il fatto che molti (troppi) automobilisti sbagliano completamente l’approccio alle norme che sono necessarie in una società civile.

A questo proposito ripeto le parole dell’amico Francesco che ritengo siano il Pensiero perfetto:

“Si trattano le regole come fossero sempre delle punizioni messe lì a creare problemi o limitare la libertà personale. Non nego che qualche volta ciò accada, ma è ancor più vero che, diversamente, le regole, unite al buon senso, ci permettono di difendere i nostri diritti e la nostra vita.”

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Pare incredibile, ma a quasi cinque anni dal debutto del Tutor sulle autostrade italiane circolano (o addirittura si moltiplicano) leggende metropolitane sul suo funzionamento. Me ne sono accorto grazie a un lettore marchigiano che, attirato dal mio ultimo articolo su come regolare la propria guida per non essere lumache senza per questo temere il Tutor (Scarica Identificativo), mi ha sottoposto un paio di questioni che circolano nella sua zona e che vi sintetizzo:

– un sistema come il Tutor non è un po’ troppo impreciso quando viene usato per misurare solo la velocità istantanea, visto che la desume dal passo del veicolo?

– è vero che basta rispettare il limite solo sotto il portale, per essere “ignorati” dal sistema, che quindi rinuncia a calcolare la velocità media fino al portale successivo?

In realtà le cose stanno in modo totalmente diverso:

1. La velocità istantanea non può essere calcolata in base al passo, che non è noto al sistema: più semplicemente, si considera il passaggio di ciascun asse su due spire successive (sotto un portale ce n’è una scacchiera). Un sistema analogo all’autovelox e agli altri rilevatori istantanei, che sono tutti detti “a piccola base” proprio perché la rilevazione avviene su un pezzo di strada molto breve. Ciò non ne inficia la precisione, perché per il Tutor comunque la base è di due metri e mezzo, abbastanza per neutralizzare errori e imprecisioni. Gli altri apparecchi (Autovelox e simili) si “accontentano di poche decine di centimetri, ma sono affidabili lo stesso perché la misurazione si fa almeno due volte e i valori incoerenti sono scartati in automatico dall’apparecchio stesso, che non li mostra nemmeno sul display.
2. Nella modalità “velocità media” il Tutor rileva tutti i passaggi, perché non ha problemi di memoria. Il fatto che sia spesso spento dipende dalle possibilità di validazione delle infrazioni da parte dell’uomo, ma di per sé il sistema regge 24 ore su 24. Oltretutto, la diminuzione delle infrazioni fa sì che il sistema possa restare acceso più a lungo, proprio perché la capacità operativa degli uffici verbali viene saturata più di rado.
Qui sotto, infine, vi riporto la versione originale del quesito.

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2 commenti su “Le bufale sul Tutor: capiamo come funziona

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