Porsche Panamera

Nel mese di agosto in Trentino mi è capitato di vedere dal vivo, una  Porsche Panamera (targa tedesca) e, dal punto di vista dell’impatto visivo, non mi è piaciuta affatto; a prescindere dal colore, di un blu anonimo tendente al violetto, che sicuramente non le rendeva giustizia, resta il fatto che ha una linea che non cattura.

Mi ha dato l’impressione che sia stata lanciata sul mercato per colmare un vuoto di Porsche nel campo delle Granturismo a 4 porte, e contrastare di fatto i modelli Maserati e Ferrari attualmente in circolazione.

L’intera auto, dal punto di vista del design, mi sembra non faccia onore al marchio; non ho apprezzato il lungo cofano, che sembra troppo lungo, dal punto di vista delle proporzioni, non mi piace l’impressione che restituisce la zona dell’abitacolo, come di una macchina schiacciata, ma questo è sicuramente un mio limite. Resta il fatto che la vista posteriore è quanto di più anonimo si potesse fare. Da dietro è veramente brutta.

Nei giorni scorsi, poi, ho visto in Tv un brevissimo servizio sulla vettura in Easy Driver Estate, dove tutto sommato ricalcavano la mia ipotesi. Un’auto fatta perchè la si doveva fare e non figlia di un vero progetto e di una convinzione precisa, con un’identità che richiami al marchio.

Certo, è una questione di gusti personali, io considero brutta, ad esempio, la Bmw X6, che al contrario è apprezzata da molti; sebbene con le auto come con le persone la prima impressione spesso è sbagliata, resto convinto (prestazioni a parte) che non sia la “4 porte”  che il pubblico meritava da Porsche.

A  differenza di molti lettori di Quattroruote, ad esempio, che hanno una tale passione per i motori che, talvolta, offusca poi la loro obiettività, io al primo posto metto la razionalità. Ho passioni, interessi e quant’altro, e sono disposto a mandare a carte all’aria quanto detto se scatta la giusta molla, ma resta la razionalità.

Alla Porsche, fatto salvo che producono auto con alte prestazioni e ritengo qualità, sicuramente mettono passione in quel che fanno, ma resta sempre una realtà industriale nella quale la pianificazione e di conseguenza la razionalità, ha il suo peso.

Quello che mi chiedo, quindi, è se la casa automobilistica avesse poi così bisogno di lanciare sul mercato questa 4 porte; capisco i profitti e le pretese degli azionisti, tuttavia mi chiedo se non esista un limite oltre il quale la quota di mercato non sia il fattore più importante da tenere in considerazione.

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P.S. E come dice giustamente il nostro Miro (Vedi la nuova Rubrica L’opinione di Miro) ho notato che la maggior parte dei commenti di settore sembrano risentire di una sospetta omogeneità di opinioni, tutte positive, che fanno dubitare della reale obiettività della stampa specializzata. Vorrei leggere meno veline o copia&incolla delle brochure e più opinioni politicamente scorrette, termine usato e spesso abusato, con il quale oggigiorno si etichetta chi, semplicemente, dice ciò che pensa.

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