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Il collezionista delle bubble car

Un articolo a cura di Francesco

Francesco De Cunto, distinto dentista romano di 55 anni, è probabilmente il maggior collezionista di bubble car in Italia.

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Con il termine di bubble car si intendono le vetturette degli Anni Cinquanta di piccole dimensioni collocabili tra le i motocicli e le automobili, ovvero quelle che oggi si chiamano micro-car. Negli anni seguenti al Secondo Dopoguerra ebbero molto successo per l’economicità del prezzo di acquisto e di gestione.

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Nonostante fossero una idea nata in Italia, proprio nel nostro Paese incontrarono, però, difficoltà a diffondersi a causa dell’ostilità manifestata dalla Fiat che scoraggiava gli autosaloni a venderle. Ma molti brevetti italiani trovarono diffusione in altri Paesi europei.

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L’importanza di queste vetturette degli Anni Cinquanta si può individuare soprattutto nelle interessanti soluzioni stilistiche e in geniali intuizioni progettuali e motoristiche che, in alcuni casi, offrono risultati che hanno contribuito a scrivere la storia dell’automobile.

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La collezione di Francesco De Cunto la si deve a una passione nata casualmente in età adolescienziale e concretizzata a partire dal 1996 con l’acquisto e il restauro della prima Iso Isetta. Oggi la sua collezione conta 78 vetturette.

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L’Iso Isetta è la micro-car più famosa al mondo. Esibiva un’ingegnosa soluzione d’accesso brevettata costituita da un unico ampio portellone anteriore a cui erano fissati il volante e il piantone dello sterzo, espediente che facilitava l’ingresso dei passeggeri all’atto dell’apertura e rendeva più agevole il parcheggio.

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Inoltre poteva contare su una parte meccanica estremamente semplificata, grazie al motore derivato dall’adattamento di quello della motocicletta Iso 200. Eppure, nonostante le innegabili qualità, l’Isetta rimase in produzione in Italia per soli tre anni riuscendo tuttavia a rifarsi di questo insuccesso con il consenso ottenuto all’estero con le produzioni francese (Velam), tedesca (BMW) e spagnola (Borgward ISO Espanola).

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La collezione di Francesco De Cunto si può ammirare presso il Museo Piero Taruffi a Civita di Bagnoreggio, interessantissimo borgo medioevale in provincia di Viterbo (Via Fidanza, 55 – 01022 Bagnoregio (VT) – Tel. Fax.: 0761-780811 – Aperto Sabato, Domenica e Mercoledì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30)

Alcuni esemplari della stessa collezione saranno esposti all’interno della mostra “Brevetti e design italiano tra creatività, innovazione e produzione” che si terrà presso il Museo dell¹Ara Pacis di Roma da ottobre 2009 a gennaio 2010.

Fonti:
Quattroruote;
Gabriella D’Amato, Storia del Design, Bruno Mondadori, Milano 2005;
Museo Piero Taruffi.
Foto: La Repubblica

7 commenti su “Il collezionista delle bubble car

  1. graziano
    6 dicembre 2012
    Avatar di graziano

    Siamo stati con un gruppo di amici a vedere la mostra delle Bubblecar a Roma.
    E’ stata molto divertente, non solo per i maschietti, ma anche per le signore affascinate da tanti colori e dalle dolci forme delle macchinette.
    Sarebbe interessante poterle rivedere, magari visitando il museo Piero Taruffi.
    Ma…quando ci sarà un’ altra mostra come quella di Trastevere?

  2. paoblog
    26 gennaio 2011
    Avatar di paoblog

    Il Francesco che può inviare le informazioni non è lo stesso Francesco che ha scritto il post, ragion per cui il lettore può scrivere direttamente a Francesco De Cunto, presidente dell’Aimac (Associazione Italiana Microvetture Anni Cinquanta) , e che ha lasciato in un commento il suo indirizzo mail (visibile a tutti) per eventuali contatti.

    A prescindere dal fatto che non ho la certezza Il Sig. De Cunto egga questo post ed i suoi commenti, c’è anche da dire che in ogni caso la mail del lettore non è visibile al pubblico, ma solo all’amministratore del Blog.

  3. ENRICO GRAZZINI
    26 gennaio 2011
    Avatar di ENRICO GRAZZINI

    Salve Francesco,sono Enrico Grazzini,possessore di una
    ISO ISETTA DEL 1954.
    AVREI BISOGNO :DELLE PLASTICHE FRECCE ANTERIORI, LO STEMMA ISO ANTERIORE,LE CUFFIE O GOMMINI( CERNIERE PORTELLONE),TELAIETTO DEFLETTORE ARIA SINISTRO.
    Potresti cortesemente inviarmi le foto di tali pezzi ed il loro costo ?

    GRAZIE ENRICO GRAZZINI

  4. Francesco De Cunto
    21 marzo 2010
    Avatar di Francesco De Cunto

    salve
    sono Francesco De Cunto, presidente dell’aimac che come è spiegato nei testi precedenti si occupa di microvetture degli anni 50.
    La “bedelia” quindi non è di mia competenza e ne so veramente poco .
    Consigli informazioni ecc sul restauro ,il reperimento e i valori delle microcar li posso dare senza problemi tramite l’indirizzo mivalino@libero.it
    saluti a tutti
    Francesco

  5. Francesco
    18 gennaio 2010
    Avatar di Francesco

    La francese Bedelia produsse autovetture di piccole dimensioni, quelle che oggi si possono definire microcar o bubble-car, a due posti disposti “a tandem” nel secondo decennio del Novecento.
    Se le mie informazioni sono giuste, le vetture Bedelia, molto famose proprio perché tra le prime vetturette di piccole dimensioni adatte a circolare agevolmente nelle strette vie dei centri cittadini, cessarono la produzione dopo la Prima Guerra Mondiale.
    Insomma, per quanto famose (non sono poche, infatti, le riproduzioni delle Bedelia nel campo del modellismo in scala) costituiscono una rarità e un costoso pezzo da collezione.
    * * *
    Consiglio comunque di rivolgersi alla A.I.M.A.C. ( Associazione Italiana Microvetture Anni Cinquanta) provando a contattarla attraverso il Museo Piero Taruffi di Civita di Bagnoreggio (Via Fidanza, 55 – 01022 Bagnoregio (VT) – Tel. Fax. 0761-780811)
    Credo che in Italia sia forse impossibile trovarne una da restaurare. La ricerca andrebbe rivolta verso il mercato francese, ma temo che costituisca comunque una situazione difficile e probabilmente anche costosa…

  6. Gabriele Fabbri
    15 gennaio 2010
    Avatar di Gabriele Fabbri

    stò cercando una francese ” BEDELIA”, se possibile da restaurare.
    Mi può aiutare?
    Grazie

    Gabriele

  7. Francesco
    1 ottobre 2009
    Avatar di Francesco

    Aggiungo una curiosità, letta sull’inserto romano del numero di ottobre del mensile “Quattroruote”, riguardo la collezione di bubble car di Francesco De Cunto.
    Molto curiosa, infatti, è la genesi della passione di questo signore per le micro vetture e come abbia cominciato la propria collezione.
    * * *
    De Cunto voleva comprare l’Isetta verde che un suo vicino di casa, nell’elegante quartiere Fleming nella zona Nord di Roma, vendeva nel 1968 a 30.000 lire quando egli aveva 14 anni. Ma i genitori gli negarono il permesso.
    Nel 1996 a 42 anni rintracciò quel vicino che ancora aveva l’Isetta invenduta e abbandonata in fondo al garage e che gliela regalò. Da lì è iniziata la collezione anche e soprattutto grazie all’acquisizione per 500.000 lire di un magazzino ricambi di una concessionaria di bubble-car dismesso negli anni 60 e pieno di ricambi nuovi, ancora imballati, che gli hanno permesso di restaurare gran parte delle vetturette trovate negli anni…

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Questa voce è stata pubblicata il 1 ottobre 2009 da in Il mondo dell'automobile (e non solo), Persone & Società con tag , , .