Nota di Pao: Nell’articolo non si dice quello che ieri ha affermato Trenitalia ovvero che la Magistratura non ha ancora dissequestrato i vagoni; se è vero,va da sè che non possano intervenire per smontare e spostare i vagoni. Sperando poi che la Magistratura si dia una mossa, considerando i problemi che devono affrontare i cittadini a causa di questa disgrazia.
In ogni caso ritengo che Trenitalia non possa lavarsene le mani, scaricando tutto sui ritardi della Magistratura; potrebbero transennare la zona e far sorvegliare la zona da un paio di vigilanti privati, soprattutto di notte. D’altro canto il guaio, indirettamente o meno, dipende da loro.
Nell’articolo inoltre non si cita la vicenda dell’azienda gravemente colpita dall’incidente. Il vagone, precipitando ha pesantemente danneggiato un magazzino e la struttura ovviamente è stata dichiarata inagibile, il che impedisce ai dipendenti di lavorare. Ancora ieri si vedevano nel magazzino le molle delle sospensioni ed un carrello del treno. Nulla è stato rimosso.
(L’unica cosa che non capisco è il fatto che nei servizi passati in Tv si sia “visto e parlato” sempre di un’azienda che produce pupazzi pubblicitari che aveva riportato i danni più gravi e che ieri Studio Aprto abbia fatto vedere un’azienda che vende arredi bagno e ceramiche… mah.)
A prescidnere dall’attività lavorativa che risente dei danni, resta il fatto che sono penetrati ladri e vandali che hanno provocato ulteriori danni e rubato alcune cose. Va da sè che in una situazione simile sia difficile rispettare le consegne ed i clienti, lor malgrado, si rivolgeranno altrove. La clientela persa, non è facile da recuperare.
Siamo in un periodo di crisi, sarebbe il caso di permettere a questa azienda di sopravvivere; che se poi deve fare affidamento sulla banche, siamo a posto (Vedi: https://paoblog.wordpress.com/2009/09/15/sotto-la-banca-l%e2%80%99azienda-chiude/)
Articolo correlato: https://paoblog.wordpress.com/2009/09/21/ops-mi-e-caduto-un-vagone-in-cortile/
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I residenti della casa di ringhiera al numero 101 di viale Monza hanno ancora la paura negli occhi. Non riescono a dimenticare quel deragliamento, avvenuto a pochi passi dalle loro case, che poteva costargli molto più caro di un grande spavento. Anche perché quel treno deragliato, finito giù dal cavalcavia e precipitato nel cortile di un condominio in via Popoli Uniti, ce l’hanno ancora davanti agli occhi. Sì, perché le carrozze del convoglio sono ancora lì, tali a quali a come sono state sistemate il giorno dell’incidente.
Gli uomini delle Ferrovie dello Stato hanno provveduto a coprire i vagoni con un telo, ma il resto è rimasto invariato. Il muro del cavalcavia distrutto dal treno è stato sostituito con una rete di plastica, non è stata costruita alcuna barriera protettiva. E per giunta il treno abbandonato è diventato un ricovero per senzatetto e clandestini.
“Ci aspettavamo che almeno i vagoni precipitati nel nostro giardino venissero tolti alla svelta – si lamenta MariaFiorillo, una dei residenti all’8/d di via Popoli Uniti – invece non è stato fatto nulla. Ogni tanto si vede arrivare qualche operaio, fa un semplice sopralluogo e se ne va. La situazione è diventata pericolosa, perché immediatamente dopo il deragliamento i muri che chiudevano le due arcate del ponte della ferrovia sono state abbattute per permettere le operazioni di rimozione. I convogli però non sono stati spostati. In compenso da quei varchi passa gente di tutti i tipi. Trascorrono la notte nei vagoni. Più volte mi è capitato di vederli: chi abita qui intorno è preoccupato perché gli stessi poveri cristi potrebbero prendere di mira le nostre abitazioni”.
“Avere un treno in giardino non è cosa da tutti e noi lo abbiamo – dice ironico il marito -. Se le cose resteranno così, ora che andiamo incontro all’inverno rischiamo che questo ammasso di rottami diventi in permanenza un ricettacolo di senzatetto e poveri cristi come adesso. Non possiamo permetterlo. Prima questo cortile veniva utilizzato dagli anziani per passeggiare e i bambini ci venivano a giocare. Negli anni è stato sistemato con alberi da frutto e panchine. Ora è inutilizzabile per motivi di sicurezza. E chissà ancora per quanto lo sarà”.
Da quando c’è stato l’incidente i residenti della zona chiedono solo una cosa: sicurezza. Troppo difficile dimenticare quanto è accaduto: quel grande boato nella notte, il fumo, il fuoco. Se prima le richieste dei residenti erano gli interventi anti-rumore, ora invocano le barriere di contenimento, muri o altro.
“Adesso ci aspettiamo che si prendano provvedimenti seri. Oltre alle barriere, chiediamo che siano installati anche dei fari – spiega la signora Rina Duma ex-portinaia dello stabile di viale Monza 101 -. La sera qui è molto buio e la famosa notte dell’incidente se non ci fossero state le luci delle case nessuno di noi avrebbe potuto vedere nulla. In più ora che si è creata questa situazione di insicurezza avere una migliore illuminazione servirebbe a scoraggiare i malintenzionati. Speriamo che non ci si dimentichi di noi”.