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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Parlando di tatuaggi…

L’amico Francesco, estimatore dei tatuaggi pone una domanda…

Se vostra figlia tardo-adolescente (diciamo 16-20 anni, ché sebbene superata la maggiore età a 20 anni si dipende economicamente e psicologicamente ancora dai genitori, più o meno), ma anche vostro figlio maschio, vi chiedesse il permesso per farsi 1-3 tatuaggi: che decidete? Sì o No?

Io dico senza dubbio Sì.

Trovo che i tatuaggi non siano brutti esteticamente se ovviamente realizzati da mani esperte, anzi. Sul corpo femminile sono sempre belli a prescindere, semplicemente perché si adattano meglio alla conformazione fisica del corpo di una donna; sul corpo di un uomo la situazione è più complessa perché vanno ponderati fattori come livello di muscolatura e villosità, ma in genere un posto neutro come collo nuca caviglie si adatta sempre bene.

Chiunque desideri fortemente un tatuaggio, anche a 16 anni, vuol dire che lo desidera. Dunque è una espressione emotiva di quel momento da assecondare. Può darsi che dopo qualche anni non piaccia più: ma chi non ha cambiato idea su qualche decisione della vita? Cambiare idea non significa, a mio modo di vedere, rinnegare ma superare o evolvere.

Dunque anche un tatuaggio, come un matrimonio finito, o altro, resta un segno nell’anima che appartiene alla nostra storia del quale non pentirsi mai. Anzi: resterà un ricordo di un tempo passato cui, a limite, affiancarne un altro o, semmai, modificarne e attualizzarne l’aspetto.

Naturalmente, come per tutte le cose, quella figlia o quel figlio dovrà meritarsi il tatuaggio conquistandoselo motivando fortemente la convinzione e dimostrando che non sia solo esteriorità ma qualcosa di più profondo (anche, per esempio, dimostrando di essere studioso, appassionato, solidale, lottatore, socievole, altruista, responsabile, giudizioso, attivo, pieno di vita insomma).

Un commento su “Parlando di tatuaggi…

  1. Francesco
    14 dicembre 2009
    Avatar di Francesco

    «Il vero tatuaggio della vita non è quello che ti fai sulla pelle, ma ciò che di indelebile vivi (la passione) e, nei casi più fortunati, lasci agli altri.».
    Roberto Ungaro

I commenti sono chiusi.