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Il parabrezza della C3? Magnifico, ma sotto cavalcavia e gallerie…

di Maurizio Caprino

Il mese scorso è stata la volta della Citroen C3. Quando lanciano un nuovo modello – come un po’ tutte le aziende di livello – le case automobilistiche non lasciano nulla al caso e, tra le altre cose, fanno in modo che la stampa possa parlare diffusamente (e acriticamente, s’intende) di una caratteristica sulla quale gli uomini del marketing puntano. Anche quando questa caratteristica è solo un optional o è di serie solo sul top di gamma. La C3 non è stata sottratta a questo rito e l’accessorio prescelto è stato il parabrezza panoramico, protratto fino a sostituire i primi centimetri del tetto e dare così una sensazione di libertà e visibilità che nessun giornale (io ho letto le riviste italiane e quelle francesi) ha fatto a meno di magnificare. Ma è tutto oro quel che luccica?

Già “Quattroruote” – stavolta gliene va dato atto – di qualche scomodità pratica ha dato conto. Ma ci sono pure tre dubbi sulla sicurezza ed è bene che qualcuno ne parli esplicitamente.

  1. C’è da chiedersi che cosa succederebbe se il solito idiota gettasse un sasso da un cavalcavia: certo, il vetro del parabrezza è molto resistente, ma la classica lamiera è più rassicurante per coprire l’inizio del tetto, che si trova giusto in corrispondenza delle teste del guidatore e del passeggero anteriore. Peraltro, non credo sia azzardato prevedere che i costi di riparazione siano alti. Il problema è lo stesso del tetto panoramico, che proprio i costruttori francesi hanno cominciato a proporre sin dal 2002 e che tra l’altro non sempre è di tipo stratificato e quindi non ha la stessa resistenza del parabrezza (comunque, quando si rompe, un vetro temperato usato per i tetti è perlopiù studiato per formare schegge non taglienti, come nel 2005 vedemmo a “Mi Manda Raitre” nel caso delle Smart difettate su cui andava in pezzi).
  2. L’ampiezza del parabrezza può amplificare un problema che pochi conoscono: quello dello spavento quando cadono goccioloni inaspettati. Lo studio sugli incidenti che ha iniziato a fare l’Arcss (Agenzia regionale campana sulla sicurezza stradale) ha identificato alcuni cavalcavia sotto i quali quando piove e poco dopo i guidatori perdono il controllo. Si è scoperto che erano proprio cavalcavia dove l’acqua non era trattenuta bene e quindi formava goccioloni che hanno un rumore spaventevole e peggiorano improvvisamente la visibilità. Lo stesso può accadere nelle tante gallerie dove ci sono infiltrazioni di acqua piovana, dove i goccioloni continuano a cadere anche a distanza di giorni dall’ultima pioggia.
  3. Un parabrezza panoramico è molto complesso da produrre, date la notevole estensione e la particolare forma. Ciò aumenta la probabilità di difetti che coinvolgono l’ottica deformando le immagini che il guidatore vede, come accaduto proprio sul modello da cui la C3 deriva, la C3 Picasso, di cui alcuni esemplari sono stati richiamati.

Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/

°°°

Nota di Pao:

Sebbene sulle riviste in questione scrivano che il parabrezza costruito in modo da ridurre il calore all’interno, avendo una Smart con il tetto trasparente (seppur fumè) devo dire che in estate lo teniamo sempre chiuso con la tendina.

A prescindere dal calore che investe in pieno l’abitacolo, e forse sulla C3 non ci sarà questo problema, resta il fatto che il sole accecante che ti avvolge, rende difficile la guida, anche se indossi gli occhiali da sole.

Il parabrezza panoramico, poi, sebbene bello a vedersi lo vedo come una fonte di distrazione aggiuntiva per il guidatore. Sarebbe meglio guardare la strada invece che il panorama.

Un commento su “Il parabrezza della C3? Magnifico, ma sotto cavalcavia e gallerie…

  1. Francesco
    8 gennaio 2010
    Avatar di Francesco

    Molto molto interessanti le osservazioni proposte da Maurizio Caprino.
    Visto dal vero, sia stando all’esterno della vettura, sia all’interno, il parabrezza panoramico della nuova C3 è molto bello, sebbene io avrei risolto diversamente gli angoli superiori che esteticamente non sono perfetti.
    Sul punto 1 suggerito da Caprino, si può aggiungere che in agguato ci sono anche altri imprevisti: vi è mai successo, per citare un solo esempio, che vi sia caduta sull’auto, fermi a uno stop, una pigna da un pino? A me sì, quando avevo la Lancia Y, con la sola fortunata conseguenza di un piccolo bozzo sul cofano anteriore…
    Trovo giustissime anche le osservazioni che Maurizio Caprino propone al punto 2, al quale si può aggiungere che oltre ai goccioloni di ponti e gallerie (difficile, per mia esperienza, trovare una galleria priva di infiltrazioni dove non piovono goccioloni improvvisi) anche altri fenomeni possono spaventare: le già citate pigne, quel che inviano dal cielo gli uccelli…

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Questa voce è stata pubblicata il 8 gennaio 2010 da in Il mondo dell'automobile (e non solo), Sicurezza stradale con tag , , , .