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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

La dematerializzazione dei documenti?

Ho preso atto ormai degli inglesismi che imperano, spesso a sproposito nella nostra società ed ho ancora davanti agli occhi gli ultimi biglietti da visita ricevuti da clienti e fornitori, che recitano cariche spesso esagerate rispetto all’effetiva carica occupata.

Si va dall’ormai usurato Sales Department al Chief Executive Manager sparato dal titolare di una piccola azienda bresciana, si arriva all’accettazione auto (concessionaria  Smart), che sbandiera un Service Manager per arrivare a quello che fa il botto ovvero l’Executive Customer Base Account ovvero al personale commerciale di zona di un’agenzia Vodafone; e quando si parla di zona si intende proprio una zona di Milano e non una zona che vada da Milano a Londra…

Mi sono rassegnato a queste roboanti definizioni che trovo improponibili se si opera al di fuori di un contesto internazionale, tuttavia, così va il mondo, anche se mi sono quasi commosso leggendo il biglietto da visita (opps, scusate, address card 😉 ) di un fornitore che recava la banalissima scritta Agente di zona ovvero niente di più, niente di meno, di quello che è la sua competenza lavorativa.

Oggi mi sono trovato alle prese con una mail ricevuta in azienda nella quale mi propongono un programma (software) per la Gestione della dematerializzazione dei documenti.

Dematerializzazione dei documenti?

Ma che è? La potenza della lingua italiana oppure l’estrema frontiera del complicare le cose per farle sembrare più importanti di ciò che sono?

Chiamarlo Archivio ottico o digitale era troppo? Troppo banale?

A chi si è inventato questa definizione mi verrebbe da dirgli che lo “invito ad incamerare materialmente un organo riproduttore maschile” 🙂



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Questa voce è stata pubblicata il 11 gennaio 2010 da in Pensieri, parole, idee ed opinioni con tag , , , .