di Maurizio Caprino
Sarà un ordine di scuderia dall’alto, sarà semplice “gusto” di direttori e capiredattori. Sta di fatto che l’emergenza rifiuti in Campania è sparita dalle prime pagine dei giornali. E non certo perché è finita: ci sono aree urbane in cui i sacchetti sono ancora ammassati alla bell’e meglio e il termovalorizzatore di Acerra non è partito così bene, come ha documentato “Il Sole-24 Ore Sud” senza suscitare troppi clamori. In questo quadro, vi segnalo due notizie analoghe che non sono andate oltre le cronache locali campane.
La prima è che il 16 gennaio i Carabinieri di Nola hanno bloccato un cantiere in cui si mettevano rifiuti in quella che sarà la massicciata (il cosiddetto “rilevato”, che va sotto l’asfalto) della superstrada che collegherà i paesi del Vallo di Lauro (Avellino) alla A30. E non erano nemmeno rifiuti normali: sono stati trovati scarti di fresatura di asfalto, demolizioni edili, materiale bituminoso, ferroso e gommoso. Insomma, rifiuti speciali o pericolosi.
La seconda è che nei mesi scorsi una storia analoga è accaduta su una strada attorno al Vesuvio.
Per essere sinceri, sono cose che non succedono solo in Campania: in Italia abbiamo un vero know-how in questa singolare tecnica costruttiva, che poi in parte spiega coma mai in Italia si rifà l’asfalto e poco dopo si riformano le buche. Con buona pace della sicurezza.
Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/
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Paoblog: d’altro canto sempre in Campania un paio d’anni fa, se non erro, hanno scoperto che una scuola elementare era stata costruita su una base di rifiuti tossici, per cui perchè non usare lo stesso sistema anche sulle strade?
Trovo ironico il fatto che questi delinquenti usino materie tossiche per costruire nelle località dove vivono anche loro & famiglia….