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Occhiali 3D sotto accusa

Gli ormai noti occhialetti che vengono distribuiti nei cinema per la visione dei film in 3D sono finiti nel mirino del Consiglio Superiore di Sanità. Le lenti sono infatti controindicate per i bambini al di sotto dei 6 anni, per gli adulti l’uso andrebbe limitato nel tempo e per evitare il rischio di trasmissioni di infezioni batteriche e virali, bisognerebbe garantire la diffusione del tipo monouso.

In particolare, il CSS ha sottolineato che non esistono “controindicazioni cliniche per gli adulti all’utilizzo degli occhiali 3D per la visione di spettacoli cinematografici, purché condizionato a moderati periodi di tempo, da programmare prevedendo l’interruzione della proiezione del filmato proporzionalmente alla sua durata complessiva”.

Per quanto riguarda i bambini, è invece necessaria una maggiore cautela perché “qualche disturbo di ordine funzionale, senza determinare danni o patologie irreversibili, può insorgere in soggetti di tenera età, sia perché ancora la visione binoculare non è presente o non è del tutto consolidata, sia perché essi possono essere affetti da strabismo o da ambliopia o da altro difetto visivo (diagnosticato o meno), sia perché possono trovarsi in fase di riabilitazione del visus”.

Da parte nostra, esprimiamo apprezzamento per l’intervento del Consiglio Superiore di Sanità e chiediamo che vengano effettuati dei controlli affinché l’utilizzo dei tecnologici occhiali non si ripercuota sulla salute degli spettatori.

Autore: Sonia Galardo

Fonte: http://www.consumatori.it

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Questa voce è stata pubblicata il 17 marzo 2010 da in Consumatori & Utenti, Salute & Benessere con tag , , , .