Fonte: www.ilsalvagente.it
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di Roberto La Pira
La questione del Bisfenolo A (BPA), l’additivo aggiunto ai biberon di policarbonato per irrigidire la struttura è tornata alla ribalta in Europa. Pochi giorni fa il quotidiano “Le monde” riportava la notizia di un proposta approvata dal Senato francese in prima lettura, di sospendere la commercializzazione di biberon contenenti BPA. In attesa della decisione finale, il ministro della salute sta studiando la possibilità di ridurre i limiti di migrazione del bisfenolo nei cibi e vuole rendere obbligatorio l’invito alle mamme di non scaldare i biberon in acqua bollente. La situazione è complessa perché dall’altra parte dell’Oceano negli Stati Uniti la maggior parte di produttori da tempo non produce più biberon con bisfenolo e anche in Canada l’uso dell’additivo è vietato.
Oggi il quotidiano inglese “The Independent” focalizza l’attenzione sulla questione perché marchi di biberon molto famose nel paese come MothercarE, Boots e Disney producono bottiglie senza BPA ma solo per il mercato americano.
Mothercare si è difesa dicendo che attraverso volantini e anche nel sito consiglia alle mamme di sostituire i biberon ogni 6 mesi, di non usarli se ci sono segni di usura o graffi e di non metterli in acqua bollente. In ogni caso l’azienda ha deciso di proporre BPA free entro l’autunno 2010.
Disney ha ammesso che i biberon negli Stati Uniti non contengono Bisfenolo A e che è stata presa la decisione di interrompere la produzione anche in Europa. Anche la Boot sta cambiato materiale plastico. In Inghilterra ci sono però aziende come Nuk e Born Free che da molto tempo hanno sostituito l’additivo con altri materiali come il polietersulfone e il polipropilene.
La situazione è di attualità perché sempre in Inghilterra Breast Cancer ha lanciato un appello chiedendo la rimozione dell’additivo dai biberon.
In Italia ci sono marche come Mebby che da anni non usano il bisfenolo per prodotti come biberon e tiralatte. Chicco (leader di mercato) si è adeguato e da poche settimane ha ritirato la vecchia produzione con BPA sostituendola completamente con i nuovi biberon senza additivo.
Negli ultimi mesi anche negli Stati Uniti la situazione è cambiata perché la Food Drug Administration ha diffuso un comunicato sui rischi per la salute correlati alla presenza di Bisfenolo A (BPA) in alcuni recipienti di plastica per alimenti (un anno fa la stessa FDA non aveva adottato provvedimenti restrittivi dopo la pubblicazione di studi che avanzavano riserve sulla presenza del BPA nel cibo). Il motivo del cambiamento è dovuto agli studi tossicologici realizzati negli USA dall’Istituto nazionale della salute (NIH). I sospetti riguardano potenziali effetti dannosi del Bisfenolo sulla prostata, sul cervello, sul feto e sui bambini. Un grosso investimento è stato destinato all’avvio di nuove ricerche. La FDA si dichiara d’accordo sull’iniziativa, già adottata spontaneamente da diverse aziende americane, di non usare più BPA per i biberon (la velocità di migrazione del BPA aumenta di 55 volte quando le bottiglie di policarbonato contengono bevande calde). In altri paesi come il Canada le autorità sanitarie hanno vietato da tempo l’uso di BPA nei recipienti per i prodotti alimentari.
La questione del Bisfenolo A è stata segnalata anche pochi mesi fa dalla rivista dei consumatori americana Consumer Reports, che in un test condotto in laboratorio su alcuni alimenti confezionati ha trovato tracce della sostanza tossica in quasi tutti i 19 prodotti (succhi di frutta, verdure in scatola, tonno, carne in scatola, conserve, pelati, zuppe, piatti pronti), compresi gli alimenti biologici. Le linee guida consigliano un’esposizione giornaliera di 50 microgrammi di BPA per kg di peso corporeo, ma si tratta di un valore degli anni 80.
Dopo le perplessità della FDA, l’ EFSA ha convoca un incontro tra gli Stati membri con gli esperti degli Stati membri dell’Unione europea per discutere la questione del Bisfenolo A visto che la comunità scientifica chiede da tempo una riflessione. Nel corso della riunione verrà presentato un nuovo documento, mentre il parere definitivo sarà pubblicato entro il mese di maggio 2010 .