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Biberon di plastica col Bpa (bisfenolo) al bando in alcuni paesi.

Dopo Canada e California, anche la Danimarca ha deciso di bandire i biberon di plastica con Bpa, praticamente tutti quelli presenti sul mercato.
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Il paese scandinavo è il primo a prendere una decisione del genere in Europa, ma potrebbe essere seguito a ruota anche dalla Francia che ha già votato in Senato un disegno di legge che vieta l’uso del Bpa da tutti i contenitori per alimenti dedicati ai bambini.
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Il pericolo di questa sostanza, meglio nota come Bisfenolo A, infatti, è proprio nell’esposizione continua a cui sono sottoposti i più piccoli. Il Bpa è considerato un distruttore endocrino che già a basse concentrazioni mette a rischio prostata e mammella, oltre che l’equilibrio del sistema neurologico e del comportamento.
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Nonostante ciò, il Bisfenolo A è largamente utilizzato per produrre oggetti in policarbonato, una resina presente nelle tubature dell’acqua e nei contenitori per alimenti, come lattine, barattoli e purtroppo anche nei biberon di plastica.
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Gli ambientalisti lo chiamano inquinante ubiquitario, gli scienziati gli dedicano da decenni centinaia di studi in tutto il mondo, mentre l’industria chimica lo ha trasformata in una vera miniera d’oro: con più di 3 milioni di tonnellate commercializzate ogni anno in tutto il globo.
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L’Fda al di là dell’Oceano si è espressa da tempo in modo negativo sul suo utilizzo nei contenitori per neonati, tanto che negli Usa più di uno stato ha deciso di bandire la sostanza dai biberon.
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L’Efsa, invece, continua a produrre pareri che da un lato ammettono il rischio del Bpa, ma dall’altro stabiliscono soglie di tolleranza talmente elevate da non incidere sul suo utilizzo nei contenitori per alimenti.
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Ora che la Danimarca ha aperto la strada al bando del Bisfenolo, però, la Commissione europea ha obbligato l’Autorità sulla sicurezza alimentare europea a tornare ad analizzare la questione.
Intanto il governo di Copenaghen ha stabilito che tutti i contenitori per cibi e bevande indirizzati a bambini da 0 a 3 anni devono assolutamente essere privi di Bisfenolo A.
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A partire dal 1° luglio 2010 sarà illegale vendere biberon, tazze e piatti con il Bpa. Il ministro dell’Alimentazione, agricoltura e pesca ha stabilito che 3 mesi di transizione sono sufficienti per far sparire dal mercato prodotti i biberon tossici.
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Il bando è stato deciso in via precauzionale e resterà in vigore fino a quando non ci saranno evidenze precise sull’innocuità della sostanza sotto accusa. “Fino a quando”, scrive il ministro, “nuovi studi dimostreranno che basse dosi di Bisfenolo A non hanno un impatto sullo sviluppo del sistema nervoso e del comportamento dei topi di labotatorio”.

Fonte: www.ilsalvagente.it

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di Roberto La Pira

La questione del Bisfenolo A (BPA), l’additivo aggiunto ai biberon di  policarbonato per  irrigidire la struttura è tornata alla ribalta in Europa. Pochi giorni fa il quotidiano “Le monde” riportava la notizia di un proposta approvata dal Senato francese in prima lettura, di sospendere la commercializzazione di biberon contenenti BPA. In attesa della decisione finale,  il ministro della salute sta studiando la possibilità di ridurre i limiti di migrazione del bisfenolo nei cibi e vuole  rendere obbligatorio l’invito  alle mamme di non scaldare i biberon in acqua bollente. La situazione è complessa perché dall’altra parte dell’Oceano negli Stati Uniti la maggior parte di produttori da tempo non produce più biberon con bisfenolo e anche in Canada l’uso dell’additivo è vietato.

Oggi il quotidiano inglese “The Independent” focalizza l’attenzione sulla questione perché marchi di biberon molto famose nel paese come MothercarE,  Boots e Disney producono bottiglie senza BPA ma solo per il mercato americano.

Mothercare si è difesa dicendo che attraverso volantini e anche nel sito consiglia alle mamme di sostituire i biberon ogni 6 mesi,  di non usarli se ci sono segni di usura o graffi e di non  metterli in acqua bollente. In ogni caso l’azienda ha deciso di proporre BPA free entro l’autunno 2010.

Disney ha ammesso che i biberon negli Stati Uniti non contengono Bisfenolo A e che è stata presa la decisione di interrompere la produzione anche in Europa. Anche la Boot sta  cambiato materiale plastico. In Inghilterra ci sono però aziende come Nuk e Born Free che da molto tempo hanno sostituito l’additivo con altri materiali come il polietersulfone e il polipropilene.

La situazione  è di attualità perché sempre in  Inghilterra Breast Cancer ha lanciato un appello chiedendo la rimozione dell’additivo dai biberon.

In Italia ci sono marche come Mebby che da anni non usano il bisfenolo per prodotti come biberon e tiralatte.   Chicco  (leader di mercato)  si è adeguato e da poche settimane ha ritirato la vecchia produzione con BPA sostituendola  completamente con i nuovi biberon senza additivo.

Negli ultimi mesi anche negli Stati Uniti la situazione è cambiata perché la Food Drug Administration ha diffuso un comunicato sui rischi per la salute correlati alla  presenza di  Bisfenolo A (BPA) in alcuni recipienti di plastica per alimenti (un  anno fa la stessa  FDA non aveva adottato provvedimenti restrittivi dopo la pubblicazione di studi che avanzavano riserve sulla presenza del BPA nel cibo). Il motivo del cambiamento è dovuto  agli studi tossicologici realizzati negli USA dall’Istituto nazionale della salute (NIH). I sospetti riguardano potenziali effetti dannosi del Bisfenolo sulla prostata, sul cervello, sul feto e sui bambini.  Un grosso investimento è stato destinato all’avvio di nuove ricerche. La FDA si dichiara d’accordo sull’iniziativa, già adottata spontaneamente da diverse aziende americane, di non usare più BPA per i biberon (la velocità di migrazione del BPA aumenta di 55 volte quando le bottiglie di policarbonato contengono bevande calde). In altri paesi come il Canada le autorità sanitarie hanno vietato da tempo l’uso di BPA nei recipienti per i prodotti alimentari.

La questione del Bisfenolo A è stata segnalata anche pochi mesi fa dalla rivista dei consumatori americana Consumer Reports, che in un test condotto in  laboratorio su alcuni alimenti confezionati ha trovato tracce della sostanza tossica in quasi tutti i 19 prodotti  (succhi di frutta, verdure in scatola, tonno, carne in scatola, conserve, pelati, zuppe, piatti pronti), compresi gli alimenti biologici. Le linee guida consigliano un’esposizione giornaliera di 50 microgrammi di BPA per kg di peso corporeo, ma si tratta di un valore degli anni 80.

Dopo le perplessità della FDA, l’ EFSA ha convoca un incontro  tra gli Stati membri con gli esperti degli  Stati membri dell’Unione europea per discutere la questione  del Bisfenolo A visto che la comunità scientifica chiede da tempo una riflessione. Nel corso della riunione verrà  presentato  un nuovo documento, mentre il parere definitivo  sarà pubblicato entro il mese di  maggio  2010 .

Fonte: http://robertolapira.nova100.ilsole24ore.com/

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Questa voce è stata pubblicata il 1 aprile 2010 da in Consumatori & Utenti, Salute & Benessere con tag , , , , , .