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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Allacciare le cinture non basta: bisogna stringerle

di Maurizio Caprino

L’ingegnere mi parlava e io mi sentivo un animale strano. Eravamo a Torino, in una pausa del convegno Ata (Associazione tecnica dell’automobile) sugli interni dei veicoli, e discutevamo di cinture. A me veniva in mente il disagio che provo a salire su un’auto di una decina d’anni fa: quando mi allaccio, spesso la parte inferiore del nastro mi passa sulla base dello stomaco, troppo in alto per lasciarmi tranquillo (nella violenza di un eventuale urto, si finisce per scivolare sotto la cintura, è l’effetto submarining contrastato per la prima volta nel ’91 sulla prima serie dell’Opel Astra).

E invece l’ingegnere mi riferiva di come gli italiani amino tenersi la cintura bella larga (quando la allacciano), perché dà loro fastidio. Quindi, mandano in fumo tutti gli studi e i progressi contro il submarining.

Dunque, dobbiamo prendere l’abitudine di seguire il consiglio che c’è su tutti i libretti di uso e manutenzione: quando prendiamo posto, prima sistemiamoci per bene (togliendo cappotti e giubbotti se troppo ingombranti) e poi – trovata la posizione giusta – allacciamo la cintura e tiriamocela dalla fibbia, per stringerla bene. “Lo fanno in automatico solo i tedeschi”, commentava l’ingegnere. E io mi sentivo sempre più strano.

Fonte: http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/

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Questa voce è stata pubblicata il 27 aprile 2010 da in Il mondo dell'automobile (e non solo), Sicurezza stradale con tag , , , .