Senza voler dare una valenza politica alla cosa, mi sembra che ci siano deputati leghisti che abusino del grappino prima di aprire la bocca…
Vien da chiedersi come la si mette se uno di questi automobilisti a cui è stata ritirata la patente, durante le 3 ore di guida a loro concesse, dovesse fare un incidente ed uccidere qualcuno oppure condannarlo ala sedia a rotelle, che si fa?
Si fa rientrare l’incidente in una statistica e via andare? Perchè si sa, solo per la vittima la pena è certa…
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Il cosiddetto emendamento grappino. I familiari delle vittime della strada: “Una vergogna”. Prima inaspriscono le pene previste nel codice della strada, lanciano crociate contro chi si mette alla guida avendo bevuto poco più di un bicchiere di vino, ma poi allentano le sanzioni.
E’ quanto stanno facendo in questi giorni alcuni esponenti della maggioranza di centro-destra in Parlamento. Dopo l’emendamento pro auto blu, approvato dalla commissione Lavori pubblici in Senato, infatti, ce n’è un altro, se possibile, ancor più singolare: il cosiddetto “emendamento grappino”.
Una deroga che coloro che hanno la patente sospesa
L’ha presentato il senatore trevigiano Gianpaolo Vallardi (Lega Nord), e prevede una deroga alla guida anche a chi è stata sospesa la patente. Ma quel che è ancor più sorprendente, è la motivazione che l’esponente del Carroccio ha utilizzato per motivare il suo provvedimento: “Per chi abita in paesini sperduti del Nord Italia, dove l’inverno spinge verso il grappino, è giusto concedere qualche ora al giorno di guida per recarsi al lavoro”.
Già approvato in commissione
E non finisce qui. Perché la commissione Lavori Pubblici del Senato ha anche approvato l’emendamento che strizza l’occhio ai cultori del “cicchetto”, piuttosto numerosi nelle regioni dove il Carroccio miete molti consensi.
Vallardi ne fa un caso di identità culturale
D’altra parte Vallardi ne va orgoglioso, e ne fa un caso di identità culturale e di abitudini legate al clima. “In alcune zone nei mesi invernali – sostiene l’esponente leghista – il grappino o il bicchiere di vino è una prassi comune. L’impossibilità di andare al lavoro perché la patente viene ritirata ha creato molti problemi di tipo sociale e rovinato molte famiglie. Chi abita in paesi sperduti, senza patente, ha perso anche il lavoro ed è venuto meno lo stipendio per il sostentamento”.
Vale anche per chi fa volontariato
Così, se l’emendamento dovesse passare anche in Aula, gli automobilisti che si vedranno sospendere la patente, avranno dieci giorni di tempo per presentare un ricorso al prefetto. Se la patente, infatti, non è stata ritirata per motivi gravi, e l’automobilista potrà dimostrare di avere assoluto bisogno della macchina per andare a lavorare, si potrà avere diritto a tre ore giornaliere di permesso. E tale possibilità è estesa anche a chi è in grado di dimostrare di usare la macchina per trasportare parenti malati, o addirittura per fare attività di volontariato.
L’associazione vittime della strada: “”E’ una vergogna”
Non condivide naturalmente il provvedimento l’Aifvs, l’Associazione italiana familiari e vittime della strada. “E una cosa vergognosa – esordisce Giuseppina Cassaniti Mastrojeni, il presidente dell’Aifvs – ancora una volta si diffonde il messaggio che la legge può comunque essere aggirata. E si continua a favorire chi infrange le regole del Codice della strada. Nonostante come associazione abbiamo scritto a tutte le istituzioni cometenti. Ad ogni modo, anche se l’approvazione dell’emendamento ci riempie di dolore, noi proseguiamo con le nostre battaglie”.
Fonte: www.sicurauto.it