I soldi delle multe date dai Comuni (con autovelox, T-Red, Photored, e altre telecamere) dove devono finire?
Dice l’articolo 208 del Codice della strada:
Una quota pari al 50 per cento dei proventi è devoluta per consentire agli organi di Polizia locale di effettuare, nelle scuole di ogni ordine e grado, corsi didattici;
al miglioramento della circolazione sulle strade, al potenziamento e miglioramento della segnaletica stradale, e alla fornitura di mezzi tecnici necessari per i servizi di Polizia stradale di loro competenza e alla realizzazione di interventi a favore della mobilità ciclistica;
in misura non inferiore al 10 per cento, a interventi per la sicurezza stradale, in particolare a tutela degli utenti deboli (pedoni, ciclisti, bambini, anziani, disabili).
Benissimo. Il vero problema non è quello che prescrive il Codice della strada; ma i controlli nei confronti dei Comuni, la verifica che il denaro migliori davvero la sicurezza stradale e non serva solo a fare cassa per ripianare i debiti, pagare gli alti stipendi e le consulenze d’oro.
Questo è un tumore che sbrana la vecchia cara Italia. Infatti, nel nuovo Codice della strada (chissà se arriverà mai), c’è un aumento della sanzione a carico del Comune che non invia la rendicontazione a chi di dovere, oppure che usa i fondi in maniera diversa dalle previsioni normative.
Forse, più che il Codice della strada, è Dante Alighieri a illuminarci col suo intuito. Dal Purgatorio, Canto VI, 76-78 (1304-1320): Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!
Fonte: www.sicurauto.it