Basta un attimo di distrazione, come cambiare stazione alla radio, per non accorgersi che un pedone sta attraversando la strada in modalità kamikaze… la frittata è fatta. In questo crash è stata simulata proprio questa “situazione tipo,” con due velocità tipicamente cittadine. Nonostante ciò le conseguenze per il povero investito possono essere molto gravi, se non fatali.
Nel primo crash l’automobile procede a 30km/h, nel momento dell’impatto, pertanto, il pedone “accelera” da 0 a 30km/h appoggiandosi sul cofano. Appena l’auto frena il manichino scivola dal cofano e stramazza sull’asfalto, fermandosi a 8 metri dal punto dell’impatto. Le lesioni per il pedone sono di media entità, ma per fortuna le possibilità di sopravvivere ad un impatto del genere sono elevate.
Molto diverse le conseguenze del secondo investimento, che avviene a 60km/h. Il pedone urta con la testa il parabrezza, procurandosi un grave (se non letale) trauma cranico. Poiché la velocità dell’urto è doppia rispetto a quella del primo test, l’energia sprigionata dalla seconda collisione quadruplica, e le lesioni diventano letali. Altro segno dell’aumento dell’energia è quello della distanza di caduta del manichino, si passa da 8 metri a ben 30 metri di “volo”.
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