Alle sette di ieri sera (11 agosto), a Tivoli, Massimo Calabrese avrebbe dovuto togliersi la divisa della Stradale per tornare a casa da sua moglie e da sua figlia di cinque anni. Invece, a quella stessa ora, era in ospedale e lo dichiaravano morto. Troppo gravi le ferite causategli meno di un’ora prima, quando una Punto lo ha travolto mentre controllava i documenti di una Ford Kuga.
Un incidente che per ora alla Stradale non riescono ancora a spiegarsi: la guidatrice della Punto ha perso improvvisamente il controllo proprio all’altezza della piazzola in cui Calabrese stava operando assieme a un collega, rimasto illeso (il conducente della Kuga, invece, si è rotto una spalla).
E attenzione: quella piazzola era da considerarsi sicura, perché non eravamo in autostrada, ma sulla Maremmana Inferiore, statale stretta dove per questo le velocità sono nettamente più basse e rendono scarse le probabilità che un veicolo fuori controllo esca completamente dalla carreggiata.
Insomma, non è il caso di parlare di errore o leggerezza degli agenti. Altre volte in questa sezione del blog vi ho descritto casi in cui per un controllo è stata messa inutilmente a repentaglio la vita sia dei controllori sia dei controllati e in almeno un caso (quello dell’automobilista Vito Daniele, fermato malamente da un giovane tenente della Finanza sulla A16 presso Avellino) ci è scappato il morto.
Ma stavolta no: la pattuglia stava operando in condizioni ritenute tecnicamente sicure e Calabrese ha pagato con la vita solo la necessità di mettersi nel punto più esposto e dando le spalle al traffico (cosa altrimenti da evitare) negli istanti ci sono da chiedere e farsi consegnare i documenti.
Così Calabrese è diventato il 360esimo appartenente alla Stradale morto in servizio dal 1938…
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