di Silvia Passini
Il Prof. Giorgio Celli, etologo e entomologo, ci ha raccontato alcune curiosità su alcuni animali, sulle loro doti artistiche e razionali. E poi ci ha parlato del suo animale preferito.
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Spesso si parla di animali pensando che sono diversi da noi. Ma in fondo, anche noi siamo animali, solo che spesso ce lo dimentichiamo…
L’essere umano da sempre si considera un animale del tutto particolare. Si considera un essere depositario di un mondo spirituale: è vero che il mondo interno è fatto di idee, di filosofie, di poesie ed è effettivamente molto ricco, ma bisogna ricordare che tutto quello che l’uomo manifesta ha delle caratteristiche che rimandano a delle caratteristiche degli animali.
L’arte è una dote solo umana?
Be’, non ne sono tanto convinto. Ci sono delle radici dell’arte che si manifestano già negli animali. Un grande critico musicale russo diceva che nei boschetti di Kiev c’erano diverse scuole di usignoli, sullo schema generale dei canti c’erano delle innovazioni. Gli uccelli sono dei musici quanto noi, non hanno scritto, è vero, le fughe di Bach, però vediamo già degli elementi da cui scaturirà poi la nostra arte. Ad esempio io vado spesso a vedere delle mostre d’arte moderna dove si fanno degli allestimenti.
Alla stessa maniera, se si va nella Nuova Guinea ci sono gli uccelli giardinieri che costruiscono delle sorte di garçonnière per attirare le femmine. Sono degli allestimenti veri e propri fatti nelle siepi o all’interno delle capannucce nelle quali nelle quali loro ammassano in un bric-à-brac molto variopinto dei sassolini colorati, delle eliche colorate di coleotteri a fare una specie di esposizione atta ad attirare le femmine. Poi sappiamo che alcuni dipingono l’interno delle loro capannucce con dei colori che sono ottenuti da delle bacche triturate.
Gli animali sono capaci di pensare e di ragionare?
Senza dubbio! A un piccolo cane sono stati portati venti oggetti e per ogni oggetto è stata detta più volte la parola che lo indicava. A un certo punto se gli veniva pronunciata una certa parola, prendeva l’oggetto indicato e lo portava allo sperimentatore: questo voleva dire che aveva capito che quella parola indicava quella cosa. Poi un bel giorno si è aggiunta una cosa che l’animale non aveva mai visto di cui si è detto il nome: il cagnetto ci ha pensato un po’ e poi ha preso l’oggetto nuovo e l’ha portato allo sperimentatore. Questo vuol dire cha
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