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Perché il Seveso allaga Milano

Oggi allaga Milano. Cento anni fa, in alcuni mesi dell’anno, si ritirava.

Proprio così: nei periodi di secca, il Seveso rimaneva un greto prosciugato. Ecco perché ancora oggi (eredità della storia) si chiama torrente. Cosa è successo poi? Urbanizzazione. Dagli anni Cinquanta il Nord di Milano diventa uno dei territori più costruiti d’Italia. Una distesa d’asfalto. Dove l’acqua non viene assorbita, ma scorre.

Gli scarichi dei tombini (e questa non è storia remota, ma accade fino agli anni 80/90) vengono via via convogliati tutti là: nel Seveso. Che diventa la grande fogna. E quando piove raccoglie l’acqua di un bacino enorme (decine di volte più grande di quello naturale). La barbarie ecologica del boom edilizio ha completato il disastro in due direzioni.

Considerandolo ormai un canale di scarico indegno, la politica e il disinteresse hanno «regalato» al Seveso lunghissimi tratti di massicce sponde in cemento. E poi, all’entrata di Milano, hanno pensato di infilare questa mastodontica portata d’acqua in una galleria sotterranea. Troppo piccola. Collo minuscolo per un «imbuto» tanto vasto.

Eccolo, il semplice meccanismo che genera alluvioni devastanti: gli sventurati milanesi che vivono lassù, tra Niguarda e viale Zara, sono stati tartassati da 87 esondazioni in 34 anni. Otto soltanto nel 2010….

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Questa voce è stata pubblicata il 7 ottobre 2010 da in Ambiente & Ecologia, Leggo & Pubblico, Milano & Lombardia con tag , , , , .