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La brutta fine dell’avvocato Alfredo “Torbella” Mastrofranco

Un racconto dell’Amico Francesco Mignano, nato in quattro e quattr’otto a seguito del post indicato in calce.

°°°

Dopo essermi deliziato, in pausa pranzo nel bel e buon ristorantino qui vicino “Il Chiodofisso” di via della Balduina, gustando un ottimo risotto ai frutti di mare accompagnato da un morbido e piacevole nei sentori balsamici calice di Bellone dei Castelli, il post del Cavicchi mi ha suggerito questa divertente storiella:

Semaforo di viale Mazzini, all’incrocio con piazzale Clodio a Roma. Una mattina soleggiata, cielo terso e pulito, aria frizzante che annuncia la nuova stagione, sebbene l’autunno sia già iniziato da un po’: è il 15 ottobre, Santa Teresa d’Avila.

L’avvocato Alfredo “Torbella” Mastrofranco – giovane trentenne legale “in carriera” giunto ad aprir studio ai Monti Parioli a furia di difendere con successo piccoli e grandi spacciatori di quel quartiere carico di umanità che il Sindaco vorrebbe scioccamente radere al suolo, circostanza che al “Nostro” non provoca alcuna smorfia sul viso: in borgata, ormai, non mette più piede; sono i clienti, infatti, che arrivano a lui, bussando all’elegante campanello del suo studio – alla guida della sua discutibile BMW Serie 5 Gt è fermo al semaforo con luce rossa.

Accanto al “Nostro” siede Alvaro “Er cicoria” Mastandrea, 65 anni; il quale, a dispetto del soprannome che si trascina dall’infanzia, è una “rispettabile” pedina dello spaccio di quella “neve” che, lungo la via Casilina, giunge quotidianamente da Tor Bella Monaca nelle stanze che contano di Ministeri, Presidenze, Emittenti televisive, Parlamento, eccetera.
* * *
I due hanno udienza in tribunale, ma sono sereni e rilassati: pane quotidiano, per loro. Protetti dalle “alte italiche sfere” sanno che avranno vittoria facile in qualsiasi processo.
L’uno avviato verso brillante professione, l’altro a consolidare la sua posizione di boss che conta, chiacchierano tra loro.
«Arva’ – esordisce il giovane avvocato – hai visto che machina da paura me so’ comprato… È ’n concentrato de tecnologia, ‘na nave spazziale, artroché machina… È ’na Biemmevvù, mica ’na Fiat!»
«An’vedi… Arfre’: e che è ’sta telecamera?»
[nel mentre, la coda è arrivata al Lungotevere, ma nessuno osa disturbare “gente che conta e che, sicuramente, conterà sempre di più” suonandogli contro…]
* * *
«’Sta “telecamera”…? Arva’: questo è er futuro è! Aho: questa è ”na Biemmevvù, mica ’na Opèl! Er massimo che puoi trova’ su ’na strada, aho! Co’ ”sta machina ce manni li missili sulla Luna, ce manni…»
«’n’vedi… Ma ché: fa’ puro er café?»
«Ma che sta’ a di’, Arvare’… E fatte tecnologgico, fatte! Fatte tecnologgico: co’ ’sta Biemmevù ce puoi parlà puro co’ li cinesi, n’ce lo sai, Arvare”? Guarda: mo’ me collego…»
[nel mentre, la coda è arrivata a piazza dei Tribunali, ma nessuno osa disturbare “gente che conta e che, sicuramente, conterà sempre di più” suonandogli contro…]
* * *
Il “Torbella” accende la telecamera. Sul video appare, immediatamente, la faccia di uno strano signore, di età indecifrabile, dalle sembianze di un incrocio tra Putin e Alexej Mikhailichenko, spettinato, sorridente e rosso in video come se si fosse “sparato” 4-5 quartini di vodka, alla guida della propria Volga M-21, quasi un tuffo nel passato del nazional-socialismo che fu.
«Гимн Советского Союза…»
«Aho, Arfre’, ma che sta a di’, questo? Ma chi c… è, sto strano tipo?»
«Boh?»
«Союз нерушимый республик свободных
Сплотила навеки Великая Русь.
Да здравствует созданный волей народов
Единый, могучий Советский Союз!
[La Grande Russia ha saldato per sempre
Un’unione indivisibile di repubbliche libere!
Viva l’unita e potente Unione Sovietica
Fondata dalla volontà dei popoli!]»
* * *
«Aho, Arfre’… Ma che è ’sta robba? Io c’ho paura…»
«Arvare’… Io me la sto a fa’ sotto, me la sto… Ma ’ndo semo? In che anno semo? Ma che: è questa la tecnologia del futuro Biemmevù… Oddio: allora… Nel futuro diventeremo tutti comunisti… Aiuto!»
«Io c’ho paura, Arfre’…»
[nel mentre, la coda è arrivata a piazza Trilussa, in quel di Trastevere, ma nessuno osa disturbare “gente che conta e che, sicuramente, conterà sempre di più” suonandogli contro…]
* * *
«Arva’… Sai che te dico? Mo sto cesso de Biemmevu comunista lo venno subbito, lo venno… E me pijo la 500 usata che venne “Er Sóla der Mandrione”, che dice era de er Pupone… ma a me che me frega, aho: sempre mejo de sta ciofega comunista de Biemmevù sarà, no?»
Il Torbella spegne la telecamera e, con gioia di una coda ormai lunga 15 chilometri, mette in moto la BMW 5 Gt.
Scatta il rosso… Rosso relativo… Relativamente comunista… Quel rosso, insomma, dinanzi al quale si dovrebbe star fermi.
Crash! Splat!
L’ennesimo incidente mortale a piazzale Clodio.
* * *
Fu così che la BMW, grazie alle proprie masturbazioni tecnologiche senza futuro né utilità, privò l’Italia del prossimo ministro della [non]Giustizia in doppiopetto blu e del miglior fornitore di “neve” che i Palazzi del Potere abbiano mai visto…
Amen!
[Ogni riferimento a nomi, fatti, persone e cose reali è puramente casuale]
Francesco

Tutto nasce da qui > https://paoblog.wordpress.com/2010/10/15/chattare-in-auto-al-semaforo-e-poi/

3 commenti su “La brutta fine dell’avvocato Alfredo “Torbella” Mastrofranco

  1. Francesco
    16 ottobre 2010
    Avatar di Francesco

    Ma grazie, Spugna! Troppo buona…

    Chissà: per tutti quanti noi vale l’adagio «non è mai troppo tardi, non è mai detto!»
    Qualsiasi porta ci si potrà sempre aprire, magari quando meno ce lo aspettiamo…

  2. Spugna
    16 ottobre 2010
    Avatar di Spugna

    Caro Francesco, dovresti fare lo sceneggiatore! Il tuo stile è divertente e fluido.

    Complimenti davvero.

    Sei un creativo a “tutto tondo” 🙂

  3. Francesco
    15 ottobre 2010
    Avatar di Francesco

    Sono davvero contento che a Pao sia piaciuto il mio raccontino nato di getto!

    L’unico elemento davvero reale, purtroppo, è la “location”: proprio in questi giorni quel semaforo è straripante di fasci di fiori in ricordo dell’ultima vittima dell’incrocio di piazzale Clodio, un motociclista morto due sabati sera addietro…

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