Facendo seguito al post di M. Caprino pubblicato oggi (Vedi: https://paoblog.wordpress.com/2010/10/27/soccorrere-i-cani/) mi scrive l’amica Poppea, sempre pronta a farsi in quattro per gli animali.
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Premesso che io mi fermerei, dopo che succede? Dove bisogna portarli dopo che uno li ha soccorsi?
Ti racconto cosa mi è successo. Un sabato mattina mi telefona un collega dicendomi che si trovava in bicicletta sulla strada che porta da Tolfa a S. Severa e che da un’auto avevano gettato un cane, un cucciolone.
Lui lo aveva preso, ma essendo in bici non sapeva come fare. Erano le 10 del mattino ed io alle 13 avevo un appuntamento. Vado al canile di Civitavecchia raccontando l’accaduto e chiedendo se avevano posto. La ragazza mi dice di si, si prende il numero del mio cellulare ed io vado verso il luogo dove era il collega per prelevare il cane e portarlo al canile.
Raggiunto il collega e cagnolone mi arriva una telefonata della dott.ssa che si occupava della cosa chiedendomi dove fossi; io ho detto dove ero e lei mi fa: Ma quella non è la nostra giurisdizione, lei si deve rivolgere al canile di Furbara (Circa 60 km di distanza)
Io le ho detto: senta alle 13 devo portare mia madre a fare un esame visto che ha avuto un’emottisi, non mi metta in difficoltà perché con tutto l’amore che ho per gli animali, mia madre viene prima, per cui sarei costretta a dire al collega di arrangiarsi.
A quel punto mi fa: senta allora dica che lo ha trovato nei pressi del cimitero nuovo di Civitavecchia va bene?
Ed io: benissimo e grazie per la comprensione.
Prendo il cane lo porto al canile (dopo che mi ha vomitato in auto) e quando sono andata dopo 3 gg a trovarlo con mia grande contentezza scopro che era stato adottato da una dott.ssa dell’ospedale.
Ho capito anche chi è perché sapevo che le era morto il suo cane. Però se la dottoressa non fosse stata comprensiva, avrei dovuto girare come una trottola. Anche per questo la gente spesso fa finta di nulla e tira via.
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Esco dallo specifico automobilistico e ti racconto anche questa per far capire i disservizi. Il 30 di settembre un amico, che ha un pezzo di terra in campagna e possiede due rottweiler, un maschio ed una femmina, scopre che il suo cane maschio aveva rotto la rete ed era scappato. Il cane è munito di microchip. Immediatamente fa la denuncia a carabinieri e polizia e iniziamo a cercarlo. Nulla, non si trovava.
Sia lui che io siamo andati più volte al canile di Civitavecchia per vedere se lo avevano catturato. Il cane lo stava curando anche per una ferita che aveva sulla coda. Passa del tempo e ormai si pensava al peggio e dal momento che la femmina era un po’ avvilita il mio amico decide di prendere un altro cane e io gli suggerisco di prenderne uno al canile.
Si rivolge ad un amico veterinario dicendo l’accaduto e lui chiama subito il canile di bracciano (50 km da Civitavecchia), perché sapeva (ed anche io sapevo, ma non lo ricordavo) che quando al canile di Civitavecchia non hanno posto li dirottano lì. Gli dicono che c’era un rottweiler maschio che stavano curando per una ferita sulla coda. Il mio amico dice: è lui, controllate il n. di microchip.
Il numero corrispondeva e l’indomani va a ritirare il cane. Si trovava lì dal 2 ottobre, quindi avendo chiamato il 25 erano 23 giorni che stava lì. La veterinaria voleva le pagasse le spese della pensione.
Il mio amico le ha detto: scusate io ho pagato per mettere il microchip come prevede la legge e per poter rintracciare il proprietario, ho fatto una denuncia alle forze dell’ordine, perché non avete controllato? Se voi lo aveste fatto io sarei stato avvisato e al limite i due giorni di pensione li avrei anche pagati, ma così no.
Gli hanno dato il cane ed hanno detto che si sarebbero rifatti sul comune di Civitavecchia, perchè non avrebbero dovuto portarlo lì.
Secondo me hanno mancato tutti e due, appena arriva un cane la prima cosa si deve vedere se ha il microchip. Se il mio amico non avesse parlato col veterinario il cane sarebbe ancora lì; mi chiedo che li mettiamo a fare ‘sti microchip?