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I nomi di fantasia dietro cui si nasconde la pelliccia di cani e gatti

lenteIl problema era già stato affrontato da Roberto La Pira nel gennaio 2010 con questi due articoli nei quali parlava del pelo di coyote utilizzato da Woolrich e di quello di procione da Geox.

Ora un articolo tratto da Lifegate.it che evidenzia una situazione diffusa che però potremmo combattere in prima persona con un minimo di attenzione al momento della scelta del capo da acquistare.

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Primi freddi, nuovi acquisti di cappotti e soprabiti pesanti. Come evitare di acquistare bordi di pellicciotto dei nostri amati animali domestici? Ecco come riconoscerli: nomi, etichette e norme generali.

L’utilizzo di qualunque pelliccia è deprecabile, ma in Italia è addirittura illegale commercializzare capi d’abbigliamento con pelli e pellicce di cani o gatti. Eppure, può capitare di trovarne. Ogni inverno i giornali se ne occupano. Tutte le denunce presentate finora sono state archiviate. Se la legge non ci presta attenzione, facciamola noi.

Attrezziamoci per riconoscere e per evitare questi obbrobri, a partire dagli esotici nomi di fantasia dietro cui si celano le pellicce di cani e gatti familiari.
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Ecco tutti i nomi raccolti nelle investigazioni di Humane Society (una delle maggiori organizzazioni statunitensi per gli animali, nonché quella che monitora tutti i recenti film con la dicitura “No animals were harmed”), Protezione Svizzera degli Animali, Enpa.
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Nome sull’etichetta per le pellicce di cani
Asian jackal
Asiatic racoonwolf
Asian wolf
Cane procione
Cane selvatico
Corsak
Corsak fox
Dogaskin
Dogue of China
Finnracoon (asiatico)
Fox of Asia
Gae wolf
Gubi
Kou pi
Lamb skin
Loup d’Asie
Lupo Asiatico,
Lupo cinese,
Murmanski
Nakhon
Pemmern wolf
Procione asiatico
Sakhon
Sobaki
Special skin
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Nome sull’etichetta per le pellicce di gatti
Gatto di Cipro
Gatto Lyra
Genette
Goyangi
Housecat
Katzenfelle
Lipi
Mountain cat
Wildcat
Special skin
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“Da quando in italia è diventato reato la realizzazione di capi con pellicce di cane e gatto – spiega Ilaria Ferri, direttore scientifico Enpa –  le etichette tendono a non riportare più questi nomi fantasiosi ma si limitano a ‘vera pelliccia’.
Infatti una delle nostre battaglie è quella della richiesta di obbligo di etichettatura. Ciò aiuterebbe anche a evidenziare un altro reato,la frode commerciale. Così sarebbe possibile incastrare questi criminali anche se non fossero pellicce di cane e gatto”.
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7 dei 10 capi muniti di colli di pelliccia così etichettati, comprati e fatti analizzare dall’Enpa di Genova, sono risultati di cani e gatti domestici.Ora in Italia esiste un reato previsto dalla norma che modifica il Codice Penale: prevede che la vendita di pelli di cani e gatti abbia rilevanza penale. La legge dà uno strumento per denunciare l’uso illegale di pelliccia di cane o gatto.

In caso di dubbio si potrebbero perfino chiamare i Carabinieri (del NOE, Carabinieri Nucleo Ecologico). Prima o poi ci saranno indagini presso importatori e sartorie.

Più i cappotti sono economici, più sono cinesi… E più probabilmente si tratta di cane e gatto.
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Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali

Humane Society

L’elenco della Protezione Animali Svizzera

(Grazie a Silvana Monaco)

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 23 novembre 2010 da in Animali, natura & via dicendo..., Consumatori & Utenti con tag , , , , , , , .