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Un libro: Il naso lungo di Chernobyl

Nei giorni scorsi ho letto una breve intervista di Camilla Strada (per VanityFair) a Massimo Bonfatti, autore del libro Il naso lungo di Chernobyl.

Bonfatti racconta ad esempio il problema del materiale contaminato che è sempre in circolazione. Quando il reattore è esploso, nela zona c’erano 8 milioni di tonnellate di metallo. Ne restano 2 milioni di tonnellate ed ogni giorno ne partono 200 tonnellate, contrabbandate in tutto il mondo, anche in Cina, dove vengono usate anche per la produzione di giocattoli.

Parlo da addetto ai lavori. Non finiscono solo in Cina e non solo nella produzione dei giocattoli. Nel 2009 una partita di acciaio inox proveniente dall’India ed utilizzato per produrre viteria in Germania ha scatenato un giusto allarmismo nel settore; ne ho parlato nella seconda parte di questo post.

Si può leggere in proposito anche questa interrogazione scritta di una deputata del Parlamento Europeo.

Nel 2007  c’era stato anche il problema degli elettrodomestici bianchi (frigoriferi, lavatrici, ecc) radioattivi, a causa del materiale impiegato nella produzione, di provenienza dall’est europeo.

Ovviamente nel libro si parla anche di molti altri effetti collaterali collegati a quanto successe a Chernobyl. Ad esempio in Bielorussia, dal 2000 al 2010, il numero di tumori e malformazioni congenite tra i bambini è raddoppiato. Oppure che il reattore, sprofondato di 4 metri, continua a produrre scorie che stanno contaminando le falde acquifere del fiume Dnepr, che sfocia nel Mar Nero e, di conseguenza, nel Mediterraneo.

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Di Massimo Bonfatti – Introduzione di Nanni Salio – Carlo Spera Editore – € 8,00 + € 1,00 (spese postali)

Il libro può essere richiesto direttamente a Mondo in cammino