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Nevica, ma si viaggia; ecco cosa non funzionò un mese fa.

Una sintesi dell’articolo di Maurizio Caprino

Ieri nevicava al Centro-Nord. Nessun particolare problema sulle strade, almeno finora.  Certamente le condizioni meteo di oggi sono meno sfavorevoli rispetto a quel venerdì 17 dicembre, mentre non si sa bene se l’organizzazione abbia fatto progressi. Anche perché le verifiche annunciate il 22 dicembre alla Camera dal ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, non sembrano essere terminate o, quantomeno, non ne è stato pubblicizzato l’esito.

E allora un paio di riflessioni a freddo su quanto dichiararono a caldo i protagonisti della vicenda. Matteoli disse che la norma c’era già e si trattava solo di applicarla meglio. In effetti, il Dm Interno del 27 gennaio 2005 istituì il centro di coordinamento che oggi si chiama Viabilità Italia, voluto all’epoca da un Guido Bertolaso infuriato per un altro blocco autostradale e finora piuttosto efficiente.

Ma attenzione: un decreto ministeriale non può cambiare ciò che è stabilito per legge e infatti la responsabilità di chiudere al traffico una determinata strada resta al prefetto e all’ente proprietario. Quindi Viabilità Italia,  presieduta dal direttore del servizio Polizia stradale, cioè da un dirigente inquadrato nell’ambito del ministero dell’Interno può solo coordinare i flussi di informazioni e decisioni  e contribuire a organizzare i movimenti di pattuglie e mezzi di servizio per attuare al meglio queste decisioni.

Stando così le cose, forse sarebbe stato meglio se l’iniziativa fosse stata presa dall’altro soggetto che ha il potere di chiudere l’autostrada: Autostrade per l’Italia. Il cui amministratore delegato, Giovanni Castellucci, all’epoca ammise che non era andata bene, ma si affrettò a dire che l’azienda non aveva vere e proprie responsabilità.

Intelligentemente, per chiudere la partita concordò con le associazioni dei consumatori alcune misure a favore di chi era rimasto bloccato, specificando che esse non erano da intendersi come ammissione di responsabilità, ma come “segni di attenzione verso la clientela”.

Un modo per mettersi al riparo il più possibile da eventuali richieste di risarcimento danni ben più pesanti, col beneplacito delle associazioni, che vedono riconosciuto il loro ruolo di tramite tra consumatori e aziende.

Siamo lontani anni-luce dall’atteggiamento dell’allora Società Autostrade pubblica che si chiudeva a riccio (facendosi condannare al risarcimento, almeno nel caso della maxi-nevicata del 1985). Insomma, la privatizzazione sembra aver migliorato le cose.

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Questa voce è stata pubblicata il 21 gennaio 2011 da in Il mondo dell'automobile (e non solo), Leggo & Pubblico con tag , , , .