“Aldilà degli aspetti più tecnici, l’analisi della personalità dei guidatori è molto importante. La certificazione dell’idoneità dovrebbe tener conto di fattori diversi, ma tutti collegati tra loro. Se un soggetto è aggressivo e non è in grado di controllare i propri impulsi, se usa l’auto come modo di riscattarsi dalle sue frustrazioni, se ha nel suo passato gravi episodi di violenza, non dovrebbe ottenere la patente. Proprio come se avesse difetti alla vista o all’udito”.
Parola (tratta da “Il Tergicristallo”, mensile dell’Unasca) di Alberico Bennardo, psicologo della Asl Torino 2 specializzato in sicurezza stradale e nella diagnosi e valutazione di tossicodipendenze e alcolismo. Tutto sacrosanto.
Ma qual è il politico che avrà il coraggio di imporre anche una visita psicologica ai candidati alla patente, dopo che già con la riforma si è aggiunto il costoso certificato di non-uso di droga e non-abuso di alcol?
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