Paoblog.net

Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Era ormai domani, quasi

di Enrico Vaime

Ediz.  Aliberti – Pagg.  106 – € 11,00

Trama: Perugia inizio anni Cinquanta. In una domenica d’agosto dal caldo estenuante, un uomo viene trovato riverso in casa con una corda al collo. Tutti nel rione lo conoscevano come “il Sor Aldo”, un personaggio dalla stazza elefantina e dalla vita misteriosa. In casa, accanto al cadavere, c’è Lalla, una bella ragazza di vent’anni: ufficialmente nipote del suicida, ma più probabilmente figlia, secondo voci di rione, o addirittura serva e amante.

La voce narrante è un ragazzino di quindici anni che, proprio lì, abita con la famiglia. La domenica che il Sor Aldo si uccide, lui si ritrova sulla scena del dramma, fra il cadavere ancora caldo e Lalla. Lei si sposta un ciuffo dalla fronte in un gesto di straripante sensualità, e poi gli chiede di aiutarla a fare il nodo alla cravatta del morto.

Il ragazzo obbedisce; quindi esce a raccogliere fiori nel campo vicino a un manicomio: là dove una vecchia internata zompettante è solita alzarsi il camicione all’altezza del ventre davanti ai passanti, e urlare: “Voi vede’ la passera?” Quella sera stessa, di ritorno dai campi, fra il ragazzo quindicenne ignaro alla vita e la sensuale Lalla inizierà un delicato dialogo dei sensi.

Un approccio inizialmente giocato sul lieve filo dei gesti allusivi e delle mezze parole; una seduzione fatta di carnalità tenue e allo stesso tempo tenace.

Letto da: Paolo

Opinione personale: E’ il primo libro di Vaime che leggo; mi aspettavo una storia scritta con la consueta ironia che traspare nei suoi commenti su La7, ma che facesse nascere delle belle risate. In realtà, l’ironia c’è tutta, ma il tutto contiene un umorismo garbato, lieve, anche se a tratti la risata sbotta da sola (vedi quando si parla di pantaloni alla zuava, della vedova e della…pipì); tutto si svolge in una notte, nella quale troviamo i primi pruriti dell’adolescenza, ma vissuti da un un ragazzino dei primi anni cinquanta. 106 pagine e nelle ultime due righe, la svolta, la spiegazione, il finale, che mi ha strappato un sorriso che era impossibile da trattenere. Gradevole.

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 4 marzo 2011 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , , , .