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Anca: quando serve l’intervento

L’articolo è disponibile solo per i Soci di Altroconsumo, per cui pubblico solo un breve riassunto:

Se il dolore è insopportabile e i farmaci non riescono più a calmarlo, l’intervento chirurgico è la sola scelta disponibile. Certo, come tutte le operazioni può spaventare ma l’esito in generale è soddisfacente. Tanto è vero che, negli ultimi anni, gli interventi per la sostituzione totale dell’anca hanno registrato una sorta di boom.

Quel dolore limitante
Fare una passeggiata, occuparsi delle faccende domestiche, salire le scale: per chi è affetto da osteoartrite all’anca anche queste semplici attività possono diventare impossibili. La malattia può avere un decorso lento: per molti anni chi ne soffre può trovare sollievo grazie alle terapie fisiche, a esercizi adeguati, all’uso di farmaci antinfiammatori.

E alla riduzione del peso corporeo. Se il peso corporeo, infatti, viene tenuto sotto controllo, ne beneficiano anche le fragili articolazioni. Quando però l’approccio conservativo (basato su farmaci e ginnastica) non funziona più, l’unica via percorribile è quella della sostituzione totale dell’anca con una protesi.

Intervento: pro e contro
La sostituzione totale dell’anca è un intervento elettivo. Questo non significa che è riservato a pochi, ma che non è un’operazione d’urgenza. Questa operazione viene infatti programmata a seconda delle esigenze del paziente.

L’operazione ha in generale esiti molto soddisfacenti, ma proprio questo successo delle artroprotesi d’anca ne ha aumentato la richiesta (e questo spiega il crescente ricorso agli interventi registrato negli ultimi anni e le lunghe liste d’attesa).

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Questa voce è stata pubblicata il 12 aprile 2011 da in Leggo & Pubblico, Salute & Benessere con tag , , , , , .