La Nona sinfonia, un simbolo di libertà e di gioia, è stato il tentativo più grandioso da parte di Beethoven di aiutare l’umanità a trovare la propria strada fuori dall’oscurità e verso la luce.
Eppure quell’opera era nata in un’epoca di dure repressioni: i Borboni, gli Asburgo e i Romanov usavano ogni mezzo per soffocare la sete di libertà e il malcontento popolare nato sulla scia della rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche.
L’opera resta una delle composizioni più innovative nella storia della musica , un punto di riferimento la cui risonanza dura ancora oggi. Con una scrittura sempre brillante, Sachs racconta quanto la Nona abbia disorientato i suoi primi ascoltatori.
Ma ben presto, per le successive generazioni di artisti creativi, l’ultima sinfonia di Beethoven diventò un modello da cui trarre ispirazione e il suo autore finì per incarnare il culto romantico del genio.
In una lettura anticonvenzionale, il capolavoro della musica occidentale diventa così una lente che permette di comprendere la politica, l’estetica e il clima complessivo di un’epoca.
Fonte: Il Libraio