di Filippo Timi
Ediz. Garzanti – Pagg. 332 – €11,90 
Trama: Il cinema non è mai quello che sembra, un po’ come la vita. Da un giorno all’altro ti chiami Rino, abiti in Friuli, hai un figlio di quattordici anni e un amico scemo a cui badare.
Nello stesso tempo sei sempre Filo, con la sua fame di provare tutto, con un debito d’amore addosso da mancarti il fiato e l’ossessione di una mamma impazzita per la polka. Sul set del film di Salvatores, chiuso in una camera d’albergo, ogni mattina devi spogliarti della tua faccia e mettertene addosso un’altra.
Mentre aspetti il ciak il tempo ti trasforma, i sudori si mischiano, il puzzo di uno fermenta col puzzo degli altri, si viene a creare un microclima di umori, ormoni e pulsioni, si ride per delle cazzate incomprensibili al mondo esterno, come una specie di codice infantile, e ci si accoppia, almeno col pensiero, tutti con tutti, è una legge biologica. Fare un film è ferire consapevolmente una storia. Spezzettarla. Sembra poetico ma non lo è.
Letto da: Paolo
Opinione personale: Bello, intenso, divertente, istruttivo, irriverente, volgare, delicato, simpatico, scorrevole. Timi oltre che a farti ridere, sorridere, pensare, ti permette di conoscere il cinema dalla parte di chi lo fa.
Oggi venendo in ufficio ho incrociato un grosso set cinematografico a Milano, vicino al Naviglio Martesana ed in un’attimo ho rivisto il set conosciuto in questo libro.
Dagli attori mai soddisfatti, al regista che urla, ai macchinisti che corrono come matti, tutti impegnati in un lavoro sicuramente bello, ma molto più faticoso di quanto si possa pensare.
Ti annoierai insieme a lui nelle lughe attese, ti arrabbierai per una scena venuta male, sentirai il freddo nelle numerose scene bagnate.
E conoscerai l’animo inquieto di un attore,nella sua duplicità, i suoi atteggiamenti contrapposti, ma perfettamente plausibili in un mestiere evanescente, instabile, perlomeno fino a che non ti affermi, anche se dentro di tei sai bene che basta poco per ritornare in attesa di una parte che forse non arriverà mai.
Non c’è che dire… Si direbbe un bellissimo libro (d’altra parte Filippo Timi è un grande!): soprattutto a leggere le belle parole di Pao…