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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Radiopirata

di Francesco Carofglio

Ediz. Marsilio – Oagg. 231 – € 18,50

– Ecco.
– Ecco cosa?
– Novantanove megahertz.
– Cosa?
– È la frequenza, la nostra frequenza.
– Vuoi dire che…
– Siamo in onda.

Il Libro: È il 1981, Ciccio lavora a Foggia in un negozio di dischi e vuole fare il deejay. Tonio è un genio dell’elettronica, intrappolato nell’officina del padre. Giovanni, bello come Alain Delon, è l’ala destra dell’Aquilana calcio, la grande promessa del calcio italiano. Teresa, la sua fidanzata, ha deciso: partirà, finirà gli studi e diventerà un medico. E poi Lorenzo, il prete che ama Jimi Hendrix, e irrompe in paese all’alba su una vecchia Citroen.

Tre ragazzi, una ragazza e un prete. Un luogo inghiottito nella valle, dove tutto sembra immobile e i segreti germogliano sotto i sassi. Un giorno Ciccio ha un’idea: fare una radio, dare una scossa a quella vita fatta di niente. In un paese dove il mondo arriva in ritardo, la musica si lancerà nell’etere per scorticare il silenzio. E la voce di Lupo Solitario, il mitico dj, si materializzerà in una notte di tregenda.

Letto da: Francesco

Opinione personale:  Una storia minimalista, concentrata e molto circoscritta nello spazio geografico e temporale – fattori accentuati da una narrativa diretta e asciutta nello stile – che non solo si fa leggere tutta di un fiato, ma che emoziona e appassiona per quanto riesce, contemporaneamente alla sua essenzialità, a scavare nel profondo di una società e di un vivere lontani negli anni eppure decisamente attualizzabili e per come riesce a proporre numerose sfumature dell’animo umano ritraendo una ampia galleria di caratteri carichi di forza e debolezza, illusione e disincanto, sogni e resa, operosità e apatia, positività e negatività, progetti e mancanze.

Tutto senza mai aprire il punto di osservazione (e descrizione) oltre quell’angolo che permette appena di sbirciare. Come a voler lasciare al lettore ogni possibilità di immaginazione: a cominciare dal dare un seguito, possibile o meglio ancora sicuro, alle tante storie dei protagonisti di questo romanzo corale e che essi potranno vivere dopo l’ultima pagina che non sembra scrivere la parola fine.

Un breve romanzo che, a dispetto della sua essenzialità minimale e asciutta, fa molto sognare, dando spazio a romanticismo, ideali, sentimenti, musica, ricordi: soprattutto per chi è stato giovane negli Anni Ottanta, una epoca tecnologicamente lontana da oggi molto più del semplice sfogliare le pagine dei calendari.

E forse, però: una definizione come romanzo di formazione o iniziazione è etichetta che va stretta a questo piacevole e intenso libro di ampio respiro.

Avevo letto nel 2008, appena pubblicato, “L’estate del cane nero”, opera narrativa attraverso la quale per la prima volta si misurava con il romanzo Francesco Carofiglio: architetto, illustratore bravissimo (sua, come in altri casi, l’immagine di copertina), autore di graphic novel in coppia con il più famoso fratello Gianrico, magistrato e deputato, celebre autore di gialli e, soprattutto, dello straordinario romanzo “Il passato è una terra straniera”.

Oggi, al terzo romanzo, Francesco Carofiglio mi sembra assai maturato come narratore. Questo suo terzo romanzo sarebbe, secondo me, perfetto per ricavarne un bel film.

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Questa voce è stata pubblicata il 19 luglio 2011 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , .