E’ parecchio tempo che si parla dei rischi dell’inquinamento elettromagnetico e di interrare gli elettrodotti, al fine di limitare i danni e, per quel che mi riguarda, anche di ridurre l’impatto visivo di cavi e tralicci.
Il problema tecnico lo sfioro nella seconda parte del post; non sono un esperto del settore, per cui sono andato a cercare informazioni in rete.
Nei giorni scorsi transitavo per via Adriano, a Milano, ed ho notato delle case in costruzione con un accessorio che vedrete nella foto che segue. Non so se sia nato prima l’uovo o la gallina, tuttavia credo che dei due uno sia di troppo. O le case oppure l’accessorio.
Ed in ogni caso mi chiedo se gli eventuali acquirenti degli appartamenti siano stati informati della presenza dell’accessorio.
Come detto nel titolo, io qui non ci abiterei…
Aggiornamento del 16 ottobre 2013 – Leggo sul Corriere che: Trentasei malati di cancro su 150 abitanti di due civici di via Pasquale Sottocorno, quartiere Adriano … E in totale, in questa conta tragica, i casi di cancro alla testa sono 7 in un solo civico, dove i malati di tumore sono 23.
Altri 9 colpiti alle ovaie, all’intestino, alla prostata. Nell’altro palazzo il cancro ha colpito 13 abitanti su 60. … L’Associazione Sottocorno sta combattendo una battaglia contro un nemico invisibile. Una macchina di morte che, secondo Asl e Arpa, ufficialmente neppure esiste.
30 marzo 2015 – Uscendo dall’argomento tralicci, ma restando nell’ambito del Quartiere di Via Adriano, oggi leggo che: Quartiere Adriano, opere mai finite «Dieci milioni di danni alla città». Palazzo Marino chiede i risarcimenti alle imprese. Avviate cinque cause civili: «Mancano verde, alloggi per anziani e studenti»
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D’altro canto ho anche letto la petizione del Comitato di Quartiere di Via Adriano che, fra le altre cose, scrive:
Il comitato lancia un appello e propone una raccolta firme per sollecitare il Comune a intervenire velocemente per rispettare alcuni punti previsti nel progetto originale del nuovo Quartiere Adriano e realizzare tutte le opere necessarie.
Invitiamo i cittadini dell’area e gli inquilini delle abitazioni consegnate o in attesa di consegna ad aderire a questa mobilitazione per mostrarci uniti nel chiedere che siano attuati determinati interventi promessi e purtroppo non mantenuti o addirittura persino accantonati o non previsti.
In particolare vogliamo che: 1-siano interrati i tralicci di caduta da 230.000 volt l’uno situati accanto alla casa di riposo (23 metri di distanza) e vicini alle nuove abitazioni di Via Mulas, oltre all’interramento di quelli immediatamente successivi, a pochi metri dalle case di via Sottocorno, sempre su via Adriano.
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Leggo su Mybestlife.com:
Gli elettrodotti sono la fonte più preoccupante. Le linee ad alta tensione hanno quasi in tutto il mondo una frequenza di 50 Hz con tensioni da 132 kV a 380 kV. Al di sotto di una linea a 380 kV il campo elettrico è di circa 10 kV/m, spostandosi lateralmente esso decresce rapidamente a circa 5 kV/m (valore limite di esposizione fissato dal DPCM del 23 Aprile 1992).
All’interno di un’abitazione la componente elettrica del campo arriva ridotta da 10 a 100 volte, in quanto viene schermata dalle strutture che compongono l’edificio; il campo magnetico invece non viene schermato. Anche le linee elettriche dell’impianto domestico, soprattutto se ad anello chiuso, causano campi elettrostatici per differenza di potenziale fra i conduttori, e campi elettromagnetici dovuti al flusso di corrente.
Sul sito dell’Arpa Emilia Romagna leggo:
Questi rischi sono allo studio nel mondo scientifico da circa 50 anni e hanno raggiunto ormai un consolidato livello di conoscenze sia per quanto riguarda gli effetti legati ad esposizioni caratterizzate da valori di campo elevati, sia per gli effetti associati ad esposizioni prolungate a bassi valori di campo elettromagnetico.
In questo ultimo campo, i più recenti risultati e ancor più le analisi d’insieme della letteratura scientifica hanno fornito negli ultimi anni importanti elementi di valutazione che delineano un quadro sempre più condiviso almeno a livello di comunità scientifica.
Ciò nonostante, le preoccupazioni della popolazione per la presenza di elettrodotti, stazioni radio base, emittenti radiotelevisive e altre sorgenti di campo elettromagnetico nell’ambiente non accennano a diminuire. Il problema ha assunto una rilevanza tale nell’opinione pubblica da essere considerato dall’OMS una delle 4 emergenze del prossimo futuro.
Numerosi articoli in proposito si trovano sul sito di Legambiente ed ovviamente sui vari siti regionali dell’Arpa; indico in calce i link che portano appunto ad alcuni articoli.
Arpa Emilia Romagna – Arpa Umbria – Arpa Veneto – Comune di Reggio Emilia – Comune di Milano
I commenti sono chiusi.
per restare in tema “quartiere Adriano” oggi leggo sul Corriere questo articolo:
Orti abusivi, topi, zanzare d’estate, e ora anche capre e pecore che invadono il quartiere, passeggiano nei grandi viali del quartiere Adriano, brucano l’erba del parco non ancora terminato. Scene agresti, ma qui non siamo in aperta campagna, dove è normale vedere le greggi scese dai monti pascolare in inverno.
Questa è terra di confine tra il capoluogo e Sesto San Giovanni. Le istantanee che i lettori inviano si commentano da sé. Di chi sia il gregge non è chiaro. Forse i proprietari vivono in un campo nomadi sul confine tra le due città.I prati erano stati recintati, ma qualcuno ha aperto varchi nelle recinzioni.
Ci troviamo nelle vie Tremelloni, Mulas e Tognazzi, periferia Nord . Le foto mostrano i pascoli di pecore e capre (anche in strada) e case abbandonate o invendute.
«Allevamenti abusivi, terreni inquinati, edifici abbandonati. Un quartiere regalato al degrado e dove tutte le promesse sono rimaste nei cassetti. Ci ritroviamo aree – commenta Sardone -, dove erano previsti grandi parchi e invece vediamo allevamenti abusivi di capre e pecore in terreni inquinati con una collina, non bonificata, costituita da materiale di riporto.
Una zona con pozze d’acqua d’abbeveramento, ambrosia ovunque e topi visibili dappertutto. Centinaia di appartamenti invenduti in un quartiere che doveva essere modello e invece rimane esempio di una periferia diventata un’enorme area dormitorio senza servizi».
Edifici abbandonati occupati da abusivi, trasporti e viabilità da incubo, discariche a cielo aperto, lavori lentissimi e un diffuso senso di insicurezza. I furti sono all’ordine del giorno. Per non dire dell’elettrodotto che forse ora sarà interrato e il paventato rischio della realizzazione da parte di Sesto San Giovanni di una centrale a cogenerazione al confine con Milano.
Emblematico, poi, è il caso dell’asilo di via Nenni, che confina con un terreno abbandonato diventato in pochi anni una discarica abusiva.
«Situazione non più tollerabile, imbarazzante – spiega un altro residente -. Parte degli spazi verdi sono occupati da orti abusivi, e ovunque spuntano bidoni per la raccolta delle acque piovane che d’estate sono terreno fertile per le zanzare. Hanno piazzato delle trappole per topi ma poi sono state rimosse e non più sostituite, al limite del tollerabile. E nella discarica abusiva oggi chiunque passa abbandona rifiuti, frigo, copertoni, bottiglie di birra».
Qualcosa s’è mosso, ammettono i residenti: sono arrivati i bus (l’86 che collega Gobba a Precotto; la 53 per piazzale Udine; la 56 per Loreto). È partito il progetto per la scuola materna e a gennaio dovrebbe aprire il cantiere di Esselunga. Ma basta un gregge un po’ troppo anarchico, che scorazza senza confini, a far perdere la fiducia.
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In una zona periferica di Civitavecchia denominata S. Lucia c’è una concentrazione di cavi dell’alta tensione e la gente ha acquistato i terreni sotto i tralicci e ci ha costruito le case.
Uno fra tanti un mio cugino al quale mia zia aveva regalato un bellissimo attico con splendido terrazzo, lui ha venduto ed ha acquistato in zona S. Lucia, inutile dirti che mia zia è nera!
Davvero una cosa assurda…
In misura forse minore, meno vistosa, ma comunque lo stesso invasiva nell’impatto ambientale e nociva per la salute, una situazione simile è il quartiere Monte Mario a Roma.
Il quale Monte Mario, risultando dominante sulla città con i suoi 139 metri di altezza in piena e centrale area urbana, si presta molto come punto ideale per la diffusione di segnali di trasmissione.
Così è pieno di ripetitori televisivi e per telefonia mobile.
Ripetitori che si trovano in mezzo alle case o sulle scuole.
Celebre il caso della scuola Leopardi il cui tetto era una selva di ripetitori che irroravano di radiazioni gli scolari. Fu imposto il loro smantellamento, ma un paio di giorni prima che questo fosse legalmente effettuato vennero spostati sul tetto di un celebre e lussuoso albergo; essendo il quale area privata, non è stato più possibile abbattere quei ripetitori che continuano a diffondere radiazioni sugli abitanti dei tanti condomini accanto, della stessa vicina scuola Leopardi, di un intero quartiere (Balduina) alle spalle dell’albergo sempre su Monte Mario, di altri quartieri (Prati, Trionfale, Borgo Pio) sui quali l’albergo alla sommità di Monte Mario svetta.
Stessa cosa con il celebre antennone della Rai, posto sempre accanto allo stesso albergo, ma in area di proprietà dell’emittente televisiva nazionale pubblica.
Questo traliccio zeppo di ripetitori di ogni tipo è chiamato “la Tour Eiffel di Roma” per quanto è alto e visibile da tutto il centro della città e da tanti altri quartieri.
Su di esso giace un decreto di abbattimento da più di dieci anni, ma continua a irrorare la città di onde elettromagnetiche…