in sintesi un articolo di Domenico Stirparo che leggo su Il Fatto Alimentare
Il Parlamento italiano ha varato per la prima volta una normativa (legge 77/2011) sulla produzione e commercializzazione delle insalate in busta per offrire maggiore garanzie di sicurezza ai consumatori.
La nuova normativa definisce le fasi del processo produttivo e le modalità di commercializzazione, mentre rinvia a un successivo Decreto ministeriale per gli aspetti più tecnici, come le temperature da rispettare, il tipo di prodotti coinvolti dalla legge, la scadenza…
I temi da definire nel decreto attuativo, che potrebbe essere varato entro la prima metà del 2012 sono sostanzialmente tre: le regole per il mantenimento della catena del freddo, il tipo di confezionamento e le informazioni al consumatore.
Il rispetto rigoroso della catena del freddo lungo tutto la filiera è un requisito fondamentale per questo tipo di alimenti che non utilizzano conservanti. L’auspicio è che la conservazione alla temperatura costante del frigorifero divenga una regola comune a tutti gli operatori della filiera, e che venga vietata la vendita di buste posizionate sui banchi fuori dal frigorifero.
La nuova disciplina riguarderà anche le confezioni che dovranno essere di materiali e grammatura tale da consentirne lo smaltimento attraverso la raccolta differenziata e il riciclo.
Il Decreto attuativo dovrebbe inoltre specificare le indicazioni obbligatorie da riportare sulle etichette per informare il consumatore. Sarebbe a tal fine opportuno che le indicazioni prescritte aiutino a qualificare i prodotti di IV gamma come alimenti lavati e pronti per essere consumati e cucinati, che pertanto non necessitano di risciacquo, magari precisando anche le modalità di conservazione prima e dopo avere aperto la confezione, come la conservazione in frigorifero a temperature tra +2 e +8 °C e l’utilizzabilità del prodotto entro massimo 48 ore dal primo consumo.
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