Paoblog.net

Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Jack Frusciante è uscito dal gruppo

di Enrico Brizzi

Dalai Editore – Pagg. 182 – € 12,90

Il libro: «È meglio scegliere dall’inizio chi sta veramente con te, se per sovvertire questo stato di cose ti vanno bene anche individui a cui sputeresti in faccia non puoi venirmi a dire è colpa vostra, siamo divisi, troppi stronzi qui fra noi e tu lo sai, isolarsi può aiutare a far scoprire gli infami in mezzo a noi, c’è qualcuno sempre pronto a essere solidale con le tue rivendicazioni, poi un giorno scopri che è diventato peggio degli altri, lo vedi accettare quel che ha negato in precedenza…»

La chiave del successo che ha salutato questo libro di un esordiente sta nella sua freschezza e nella sua sincerità, nella sua irresponsabilità. Enrico Brizzi ha arricchito la nostra letteratura di un nuovo eroe liceale: Jack Frusciante, alias il «vecchio Alex», in bilico costante tra ribellione e stabilità, sogni e chiaroveggenza. Migliaia di lettori si sono riconosciuti nei suoi miti, nelle sue ritrosie, nel suo malessere o almeno hanno desiderato di riconoscersi.

Letto da: Francesco

Opinione personale: Per celebrare i 20 anni dalla (ri)nascita della storica casa editrice Baldini & Castoldi, che nel 1991 iniziò l’attività rispolverando il marchio e il nome di uno storico editore milanese dell’Ottocento, la sua erede e continuatrice Dalai Editore lancia una collana chiamata “10 e lode” nella quale ripropone i maggiori successi editoriali da loro pubblicati in questi ultimi due decenni.

Una buona occasione per rileggere romanzi che hanno in qualche misura segnato gli anni a cavallo tra secondo e terzo Millennio o per afferrare un best-sellers che ci era sfuggito.

Nel mio caso, si è trattato di porre tra gli scaffali un romanzo letto all’epoca perché prestatomi e, dunque, mai entrato a far parte della mia biblioteca.

Rileggere ora, a più di 15 anni di distanza, “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” – romanzo che ha segnato la fine del Novecento, opera prima di un giovane scrittore bolognese coetaneo del giovanissimo protagonista della storia raccontata nel libro stesso, e che ha immediatamente ispirato una fortunata trasposizione cinematrografica cui va il merito di aver fatto debuttare sul grande schermo due bravissimi attori italiani poi divenuti assai famosi quali Stefano Accorsi e Violante Placido – è per me stata una bella e interessante esperienza.

In età più matura e in anni abbastanza lontani da quelli in cui si svolge la storia e in cui l’opera stessa è stata concepita dall’autore (1992), questo romanzo generazionale appare più forte di allora, moderno ed efficace nel linguaggio e nello stile narrativo molto diretto e incisivo come un graffito tracciato sui muri di una qualsiasi metropoli europea tanto da superare ogni barriera temporale, intenso nell’analisi sociale e nelle riflessioni formative, profondo eppur scanzonato nell’affrontare risvolti psicologici.

Intendiamoci: non credo possa essere considerato un capolavoro letterario, né un nuovo “Giovane Holden”, ma sicuramente un sempre valido e interessante romanzo generazionale, universale nel tempo tanto da non toccare e coinvolgere unicamente chi quegli anni ha attraversato più o meno da coetaneo di Brizzi, da tenere in biblioteca essendo di quelle letture che ciclicamente si desidera riprendere, anche a distanza di anni.

Il bel allestimento editoriale, la confezione cartonata con dorso telato rosso, la grafica bodoniana essenziale e pulita fanno di questo libro anche un oggetto bello.

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 20 ottobre 2011 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , , .