Non capita tutti i giorni che la Cassazione scriva una sentenza così lunga e dettagliata su una questione su cui si era già ampiamente pronunciata, come la legittimità dei controlli automatici ai semafori.
Ma stavolta evidentemente era il caso di farlo: si trattava di “ristabilire la verità”, dopo uno scivolone evidente che era stato ovviamente preso a pretesto da qualcuno (siamo un Paese di avvocati) per chiedere l’annullamento di tutte le multe comminate da apparecchi che rilevano il passaggio col rosso.
In sostanza, a fine 2009 alla Cassazione era scappato di annullare una multa perfettamente legittima (data a una signora passata ben 36 secondi dopo il rosso), perché i giudici avevano applicato le regole in vigore fino al 2003.
Così adesso hanno ampiamente ribadito il senso di quelle regole, ma subito dopo hanno chiarito che non valgono più: se un apparecchio è omologato per funzionare senza presidio di agenti, utilizzarlo così è perfettamente lecito perché è il Codice della strada ad ammetterlo.
Resta ovviamente il vero giallo che avvolge tante vicende che riguardano questi apparecchi. Cioè la loro effettiva idoneità a rilevare infrazioni in modo affidabile. Ma anche su quello la Cassazione si è pronunciata almeno un po’, nella sentenza di cui stiamo parlando.
Infatti, l’avvocato del trasgressore aveva chiesto se fosse legittimo l’uso di apparecchi sulla cui affidabilità ci sono dubbi. Il riferimento ….
continua la lettura QUI