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Un libro: L’ inconfondibile tristezza della torta al limone

Cari Spugna e Francesco, per motivi diversi credo che possiate essere interessati a questo libro.  Per quel che mi riguarda, il primo richiamo è stato il titolo, così diverso e così misterioso; segue la copertina essenziale, ma la fetta di torta che proietta l’ombra di un uomo spiega in un sol colpo il succo della storia che intriga ed attrae. E’ però un acquisto che deve maturare… vedremo … 

di Aimee Bender

Minimum Fax – Pagg. 332 – € 16,50

Alla vigilia del suo nono compleanno, la timida Rose Edelstein scopre improvvisamente di avere uno strano dono: ogni volta che mangia qualcosa, il sapore che sente è quello delle emozioni provate da chi l’ha preparato, mentre lo preparava.

I dolci della pasticceria dietro casa hanno un retrogusto di rabbia, il cibo della mensa scolastica sa di noia e frustrazione; ma il peggio è che le torte preparate da sua madre, una donna allegra ed energica, acquistano prima un terrificante sapore di angoscia e disperazione, e poi di senso di colpa.

Rose si troverà così costretta a confrontarsi con la vita segreta della sua famiglia apparentemente normale, e con il passare degli anni scoprirà che anche il padre e il fratello – e forse, in fondo, ciascuno di noi – hanno doni misteriosi con cui affrontare il mondo.

Mescolando il realismo psicologico e la fiaba, la scrittura sensuale di Aimeé Bender torna a regalarci una storia appassionante sulle sfide che ogni giorno ci pone il rapporto con le persone che amiamo.

3 commenti su “Un libro: L’ inconfondibile tristezza della torta al limone

  1. Francesco
    11 gennaio 2012
    Avatar di Francesco

    Sono un tipo truce…!!!!

  2. spugna
    11 gennaio 2012
    Avatar di spugna

    Ciao Francesco, ma com’è che ti fermano sempre i Caramba???Hai la faccia da delinquente???? A presto, Spugna 🙂

  3. Francesco
    11 gennaio 2012
    Avatar di Francesco

    Si direbbe un libro molto poetico, istintivamente mi vien da scrivere delicatamente impegnativo.

    Come dolcemente delicato e contemporaneamente molto impegnativo sembra essere quello “strano” potere proprio alla timida Rose Edelstein: qualcosa che spaventa e attrae al tempo stesso e, dunque, pur da ciò desiderando fuggire per evitare di soffrire, qualcosa cui penso sia impossibile rinunciare, accettando gli aspetti dolorosi e impegnativi pur di conoscere e vivere le emozioni.

    Emozioni: che poi sono anche dolore, sofferenza, accettazione.
    Insomma: meglio viverle piuttosto che evitarle.
    E, d’altra parte: non si può conoscere e godere della gioia se non si vive anche la sofferenza.

I commenti sono chiusi.

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Questa voce è stata pubblicata il 11 gennaio 2012 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , , , .