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Troppi antirughe a rischio: il nuovo allarme agita l’Europa

in sintesi un articolo che leggo su Il Salvagente

Si profila all’orizzonte l’allarme filler “selvaggio”. A sollevarlo è il settimanale il Salvagente, che in edicola da domani racconta lo scandalo delle iniezioni antirughe pericolose, partito dalla Gran Bretagna ma che potrebbe presto agitare i sonni di donne e uomini in tutta Europa, Italia compresa.

Secondo gli esperti inglesi, riprendendo una denuncia pubblicata dal Times, le iniezioni anti-età con botulino, acido ialuronico, acido polilattico saranno protagoniste del prossimo caso nella chirurgia estetica, almeno se le norme che le regolamentano non saranno rese più severe.

Una profezia basata sulla presenza in Gran Bretagna di 160 tipi diversi di filler che possono essere iniettati praticamente da chiunque, esponendo i pazienti ai rischi associati a prodotti di cattiva qualità.

Un pericolo, se si considera che centinaia di migliaia di iniezioni anti-età vengono praticate ogni anno in Gran Bretagna, senza che sia necessaria alcuna preparazione medica. Alcune società, addirittura, vendono i filler on line ai pazienti, mentre centinaia di estetiste le fanno dopo un addestramento di poche ore.

Negli Usa, tanto per fare un esempio che rende l’idea, soltanto 6 filler sono stati approvati dalla Food and Drug Administration.

Sally Taber, direttrice dell’Independent Healthcare Advisory Services, associazione che rappresenta il settore della chirurgia estetica, ha rincarato la dose sul “Times”: “La prima volta che arriverà un paziente con un filler pericoloso cinese, ci chiederemo come abbiamo fatto a permettere che una cosa del genere accadesse. Dobbiamo lavorare insieme per eliminare queste pratiche spaventose’’.

Dello stesso avviso Fazel Fatah, presidente della Baaps, l’associazione britannica dei chirurghi plastici: ‘’Alcuni filler sono permanenti e possono dare problemi a vita. E già centinaia di donne soffrono di questo tipo di complicazioni”.

Trattandosi di un settore dove i profitti sono alti, molti medici sono tentati dall’entrare a farvi parte senza le giuste qualifiche. ‘’Si può trascorrere soltanto un giorno a imparare come si fa. Non è necessario essere un chirurgo per praticare operazioni chirurgiche, ci sono perfino dentisti che si improvvisano’’.

E in Italia? Da noi, racconta il Salvagente, i filler sono dispositivi medici (in Gran Bretagna sono di libera vendita, al contrario del botulino che è soggetto a ricetta medica), ma i problemi restano, tanto che il ministero della Salute intende potenziare la vigilanza sul loro utilizzo e sulla diffusione di informazioni in tutte le strutture sanitarie.

Ma forse anche da noi servirebbe una revisione dei prodotti autorizzati, visto che – come denunciano i chirurghi italiani – sono 137 quelli in vendita nel mercato tricolore. Più di 20 volte quelli ammessi dalla Fda…

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Questa voce è stata pubblicata il 13 gennaio 2012 da in Consumatori & Utenti, Leggo & Pubblico, Persone & Società, Salute & Benessere con tag , , , , , .