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In Etiopia 70.000 persone deportate con la complicità dell’Occidente

in sintesi un articolo di Dario Dongo che leggo su Il FattoAlimentare

È del 16 gennaio il rapporto di Human Rights Watch (HRW) sulla rapina delle terre in Etiopia. A riconferma di quanto già noto, la Ong internazionale dà atto della deportazione in corso di circa 70.000 persone, strappate con la violenza dalle loro abitazioni e condotte verso fantomatici villaggi senza cibo, terra, educazione e né presidi sanitari.

Nel rumoroso silenzio della comunità internazionale. 

La rapina delle terre: Il rapporto di HRW, “Waiting Here for Death: Forced Displacement and ‘Villagization’ in Ethiopia’s Gambella Region”, elimina ogni dubbio, se mai ve ne fossero stati.

Di che si tratta? Abusi fisici, violenze e minacce perpetrate da milizie governative. Per forzare due interi popoli, le comunità Anuak e Nuer della regione di Gambella, a lasciare per sempre le loro fertili terre e migrare verso l’epicentro della carestia. Il governo di Addis Abeba ha ceduto in blocco quelle terre a potenze economiche straniere, e deve sgombrarle per adempiere i contratti. 

Il rapporto si basa su oltre un centinaio di interviste raccolte tra maggio e giugno scorso in Etiopia e in Kenya, nei campi profughi di Dadaab e a Nairobi, ove molti dei deportati di Gambella hanno cercato rifugio.

Tra il 2008 e il 2011, l’Etiopia ha ceduto almeno 3,6 milioni di terre, una superficie pari all’estensione di un Paese europeo come l’Olanda. Offrendo altri 2,1 milioni di ettari agli investitori interessati. In violazione della stessa costituzione etiope, e in barba ai diritti umani sanciti sulla carta delle convenzioni internazionali.

I donatori internazionali, tra i quali figurano USA, Banca Mondiale, Regno Unito e Unione Europea, asseriscono di non essere direttamente coinvolti nei così detti:  ‘villagization programs’ sotto le cui insegne il governo etiope – con la falsa promessa di ricollocare le popolazioni in nuove aree provviste dei servizi essenziali – procede all’evacuazione dei suoi cittadini, guarda caso, proprio dalle aree cedute agli stranieri.

Anzi, per ripararsi da eventuali chiamate in correità, i donatori avrebbero ‘accertato’ che i trasferimenti delle popolazioni sarebbero avvenuti con il consenso di queste ultime.

Il paradosso è che gli aiuti internazionali possano di fatto venire utilizzati, in via indiretta, per finanziare le deportazioni che vanno sotto la copertura dei sopraccitati ‘villagization programs’. È quanto afferma Jan Egeland, direttore per l’Europa di HRW.

Tanto criminale è l’abominio, quanto lo è l’indifferenza.

lettura integrale QUI

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Un commento su “In Etiopia 70.000 persone deportate con la complicità dell’Occidente

  1. Poppea
    24 gennaio 2012
    Avatar di Poppea

    Sì cadono tutti dalle nuvole, nessuno sa niente, purtroppo in tanti secoli le cose non sono cambiate pensa al west americano, gli indiani stavano lì da secoli, è arrivato l’uomo bianco, ma forse sarebbe il caso di dire l’uomo nero e li ha sterminati imponendo loro di andare nelle riserve dove non avevano animali da cacciare.

    Hai voglia che in tv ti propinano film western dove risulta che sono gli indiani i cattivi, lo scalpo hanno imparato dai bianchi a toglierlo, io ho sempre tifato x gli indiani

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