A queste domande inquietanti e di assoluta attualità rispondono in modo chiaro e diretto Paolo Gila e Mario Miscali in un libro agile e documentato, offrendoci – in un momento cruciale per l’economia mondiale – una panoramica dettagliata di questo settore di attività, così decisivo e vitale per le scelte degli investitori.
Allo stesso tempo i due autori uniscono le loro competenze per individuare le possibili vie di una riforma del settore, facendo perno su parole chiave chiare e necessarie: responsabilità, concorrenza, trasparenza, efficienza, indipendenza.
«Che il rating sia utile e necessario è fuori discussione. Ma che il modello attualmente perseguito e praticato sia quello più valido, è un altro discorso. Un necessario ripensamento deve tenere conto del fatto che il processo di globalizzazione richiede a sua volta strumenti di misurazione e di valutazione che siano condivisi, indipendenti e soggetti al controllo e alla verifica da parte di organismi internazionali super partes, dove anche gli esperti dei paesi emergenti possano avere voce in capitolo. La sensibilità verso i rischi non è patrimonio di una sola parte del pianeta».
Fonte: Il libraio
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I commenti sono chiusi.
Offensivo?
Credo sia tutto molto relativo … sicuramente il punto di vista dell’autore del libro da una valenza negativa al termine, tuttavia se restiamo legati al termine e non alla valenza (personale) del singolo…
La speculazione è l’attività dell’operatore che entra sul mercato nel momento presente, presumendo degli sviluppi ad alto rischio il cui esito, positivo o negativo, dipenderà dal verificarsi o meno di eventi su cui egli ha formulato delle aspettative
Il termine speculazione nasce dalla voce latina specula (vedetta), da specere (osservare, scrutare), ovvero colui che compiva l’attività di guardia dei legionari. Da qui deriva il senso etimologico di “guardare lontano” e “guardare in profondità con attenzione”, e così in senso traslato “guardare nel futuro” o “prevedere il futuro”
Quindi un Steve Jobs, che ha investito su un futuro che non c’era, tecnicamente era uno speculatore così come un visionario, ma nel momento stesso in cui le sue visioni si sono rivelate fondate… ecco che è diventato un Guru ….
Quindi se investi e ti va bene sei un Guru della finanza e se ti va male, sei uno squallido speculatore… 😉
Fermo restando che (oggigiorno) la speculazione è spesso fonte di danni a molti, a vantaggio di pochi, come sempre, forse, il pensiero comune tende a fare di tutta un’erba un fascio, magari senza avere le basi per valutare al meglio, per cui la speculazione, il rischio,, ecc. sono sempre negativi … se non fosse che certe scoperte sono frutto per l’appunto di rischi ed azzardi personali.. ed allora la verità dove sta?
Forse nel non generalizzare…?!
a
>> Moody’s (39% del mercato del rating) è una realtà posta sotto il controllo di uno dei più grandi speculatori di tutti i tempi.
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Definire Warren Buffett uno speculatore mi sembra come minimo improprio, se non offensivo.
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Ride Safe.