Leggo in un articolo sulla Carbon Tax pubblicato su Rinnovabili che: secondo uno studio di Bankitalia un’accisa applicata al litro di carburante tra i 4 e 24 centesimi porterebbe una riduzione delle emissioni da trasporto tra 1,1 e 1,6 milioni di tonnellate e un aumento delle entrate tra i 2 e i 10 miliardi.
In realtà un aumento di questa portata ridurrebbe le emissioni solo perchè diminuirebbe in maniera drastica l’uso dell’auto. Fingiamo di credere che la rete dei trasporti pubblici sia poi in grado di gestire i movimenti delle persone, e penso più ai treni dei pendolari che ad autobus e metropolitane…
Tuttavia questa riduzione dei consumi porterebbe anche alla riduzione del gettito fiscale, altro che aumento. Quindi meno entrate per lo Stato e più disagi per tutti. Ma pur essendo un pendolare, passo oltre…
In un paese dove l’80% e più del trasporto è su gomma, un aumento delle accise di tale portata creerà ulteriore criticità nelle aziende del settore trasporti; dal 2010 ad oggi il costo dei trasporti che affrontiamo in azienda è aumentato del 34%.
Aumentano le materie prime, il carico fiscale (e diminuiscono i servizi che perciò devi pagare una seconda volta per averli) ed aumentano i trasporti.
Dove si scaricano questi aumenti? Sul consumatore finale.
Che per forza di cose consumerà sempre meno, bloccando del tutto l’economia, causando la chiusura di aziende, l’aumento dei disoccupati, il decremento delle Entrate.
Chiamala crescita se ti va… ma è anche vero che non sono un’economista…
Pingback: L’elenco dei distributori indipendenti di carburante « Paoblog
Pingback: Imu & Anziani: l’ospizio è considerato “seconda casa”, per cui… « Paoblog
Pingback: Chiamalo governo di “tecnici” se ti va… « Paoblog