Non è ironico il fatto che l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non si applichi ai lavoratori della Cgil?
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La bacheca raccoglie atti giudiziari, con ricorsi e addirittura una sentenza di condanna della Cgil: la prima storica decisione di un tribunale, si sottolinea, contro il sindacato guidato da Susanna Camusso.
L’ultimo documento pubblicato è il ricorso di una ex dipendente della Cgil di Cosenza, al servizio per anni a tempo pieno nonostante un contratto da part time da 670 euro (come si legge nell’atto di citazione) e poi licenziata dal sindacato.
La Cgil che minaccia lo sciopero generale contro le modifiche all’articolo 18 in realtà non è tenuta per legge a reintegrare i suoi lavoratori licenziati senza giusta causa, come invece sono obbligate a fare tutte le aziende italiane con più di 15 dipendenti. I lavoratori sindacali non sono infatti coperti dall’articolo 18.
La contraddizione: i sindacati non hanno l’obbligo di reintegro per il lavoratore licenziato senza giusta causa, tantomeno se il licenziamento è avvenuto per motivi discriminatori.
Fonte: Il Giornale
(che può anche essere di parte o fazioso, che non è il quotidiano che leggo, ma non racconta nulla di inesatto, visto quelche si legge per l’appunto sul Bog citato in apertura)