Sebbene non sia ancora in Europa, la Rift Valley Fever potrebbe presto valicare i confini degli Stati Membri: la malattia, altamente contagiosa nei bovini, ma anche nelle pecore, potrebbe essere letale nell’uomo (anche se il decorso dell’infezione è benigno nella maggior parte dei casi).
I meccanismi di trasmissione nel bestiame sarebbero simili a quelli del virus Schmallenberg: zanzare e insetti simili. Ma stavolta il potenziale zoonotico sarebbe molto elevato.
Sebbene non si sappia ancora con precisione come localizzare la malattia a livello geografico, è comune nell’Africa Sub-sahariana, dove è stata scoperta per la prima volta nel 1931, e si pensa che Egitto, Marocco e Algeria ospitino la RVF.
La Commissione Europea, tramite Ladislav Miko della DG Sanco teme che la malattia sia o possa diventare endemica nei paesi del Nord Africa e dell’Est.
EFSA ha sicuramente una base di studi circa la trasmissione dei vettori: in particolare, essendo il virus appartenente alla famiglia delle Bunyaviridae, la stessa dello Schmallenberg, e con meccanismi di trasmissione simili alla Blue Tongue.
Quel che attualmente sembra complicare le cose però è la mancanza di vaccini commercializzabili e approvati, rendendosi così necessarie le tradizionali misure di bio-sicurezza, quarantena e monitoraggio dei movimenti animali.