Alcuni giorni fa leggevo un breve articolo di Fabrizio Rondolino (su Vanity Fair) con il quale non mi trovo quasi mai in sintonia, 😉 ma questa volta sottoscrivo in pieno le sue riflessioni sulle prossime elezioni e sulla domanda che si pone ovvero: Ma chi andremo a votare?
Pubblico la parte finale dell’articolo:
…quando sarà consentito a noi elettori di conoscere almeno i nomi e le sigle che prenderanno i nostri voti ed i nostri soldi? C’è qualcosa di autenticamente criminale in una classe politica che non è neppure capace di farsi avanti, di assumersi le proprie responsabilità, di indicare una strada, di esprimere una leadership chedisegni un futuro possibile, e che invece sta rintanata nei suoi lussuosi fortini spiando terrorizzata l’avversario, giocando a Risiko, tessendo trame ed alleanze, in un’estenuante surplace sull’orlo dell’abisso. E’ questa l’antipolitica, altro che Grillo.
Io aggiungerei il fatto che questi politici giochino di rimessa, adattando idee, proclami e promesse a quanto dice l’avversario, tutti in attesa di uno sbilanciamento altrui, pronti a cavalcarlo oppure a contrastarlo (a parole, che quando serve a loro vanno tutti d’accordo) , fedeli alla solita filosofia: in Italia non viene rieletto chi fa, ma chi impedisce di fare (a totale danno del Paese, ma questo che ci frega?)
Successivamente ho letto un articolo di Giovanni Sartori ed anche in questo caso ecco il quesito principale: Come voteremo? Con il Porcellum?
Scrive Sartori: In questo momento gli italiani si interessano poco del sistema elettorale. Si interessano di sopravvivere. Eppure il sistema elettorale resta importante. Costruisce il sistema politico «vivente», i partiti (quanti e quali) e la governabilità. Finora abbiamo avuto, specie nel corso della Seconda Repubblica, cattivi sistemi elettorali, e anche per questo cattivi governi e cattivo governare.
E ci teniamo ancora il peggiore di tutti, il Porcellum, impudicamente inventato per consentire all’alleanza Berlusconi-Bossi di stravincere con una maggioranza assoluta in Parlamento. Ma ora quest’alleanza che pareva inossidabile non c’è più, e le stesse sorti della Lega bossiana sono in forse. Il Porcellum resta così come una mina vagante che tutti a parole sconfessano. E allora?
Hanno ragione a farsi domande sui simboli elettortali che avremo sulla scheda, sul sistema elettorale, ma resta una domanda inespressa che mi pongo io come cittadino, come elettore: Ma chi dovrei votare?
L’altra sera nello spettacolo di Crozza trasmesso suLa7, ad un certo punto è apparsa una gigantografia di Casini e Crozza faceva notare che è in Parlamento da 29 anni e chissà quanti milioni di € ci sarà costato a noi cittadini in questo periodo e si è posto una domanda: ma che cosa ha dato Casini all’Italia in questi 29 anni?
Appunto…
Ed allora il vero problema è un altro ovvero il fatto chei partiti cambiano nome, talvolta segretario, ma ci troviamo sistematicamente di fonte a nuovi simboli che contengono le stesse persone, e non si riesce a schiodarli.
Calza a pennello la vignetta di Pietro Vanessi:
E sarebbe calzante anche la frase di quel deputato radicale che disse: potete cambiare nome, vi riconosceremo dalle impronte digitali.
Vero, se non fosse che neanche riconoscendoli riusciamo a liberarci (democraticamente) di loro.
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