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Segnali complicati, multe confermate (in Cassazione)

Niente da fare: inutile invocare la scarsa comprensibilità della segnaletica, se la grafica dei cartelli è a norma. Questo sembra aver stabilito la seconda sezione civile della Cassazione nella sentenza 5809/12, depositata il 12 aprile scorso (ce l’avevo sulla scrivania da allora, in attesa di un attimo per commentarla).

La decisione si riferisce al ricorso di una signora multata 33 volte con i controlli automatici degli accessi in una ztl (zona a traffico limitato) di Verona. La signora aveva eccepito, tra le altre cose, che la segnaletica era confusa e contraddittoria.

Peraltro, la signora aveva anche sollevato la questione alla quale cercano appiglio tutti i multati seriali: considerare più infrazioni ripetute come una sola, in modo da essere puniti per quella e basta.

Ma la Cassazione sostanzialmente conferma che non c’è alcunché di incostituzionale in questo: per legge (articoli 198 del Codice delle strada e 8-bis della legge 689/81), l’unità di più infrazioni c’è solo quando esse vengono commesse con la stessa azione, quindi fondamentalmente nello stesso luogo o, al massimo, sullo stesso tratto.

Ma nel ricorso la questione per noi più rilevante è quella della segnaletica. Il Comune di Verona ha sostenuto che tutti i segnali rispettavano la grafica e le modalità di installazione previste dal Codice della strada e dal suo Regolamento di esecuzione e che per questo si presume la colpa del guidatore (articolo 3 delle legge 689/81), salvo caso fortuito o forza maggiore che però non sono stati in questo caso dimostrati.

La Cassazione ha confermato questa tesi “legalista”, respingendo quelle che sembrano solo essere le lamentele dell’automobilista:  … (segue) …

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